Da sole, affrontano il pericoloso viaggio, separandosi dal resto della famiglia e non avendo un posto dove stare. Più della metà sono affette da anemia per la mancanza di cibo nutriente e a prezzi accessibili in Venezuela.
L'iniziativa di Amnesty International Italia, Fondazione Finanza Etica, Oxfam Italia, Movimento dei Focolari, Rete Italiana per il Disarmo, Rete della Pace e Save the Children.
L’epidemia rischia di aggravarsi con l’arrivo delle piogge: nei primi 6 mesi dell’anno giù superati i casi sospetti di colera registrati nell’intero 2018.
Sempre più urgente lo stop immediato alla vendita di armi italiane, ribadisce Save the Children. Oltre 107.000 firme raccolte grazie alla petizione nell'ambito della campagna "Stop alla guerra sui bambini".
L’Afghanistan, sottolinea l’Organizzazione, è uno dei Paesi al mondo più pericolosi per i minori, dove 8 bambini su 10 che perdono la vita per cause legate al conflitto vengono uccisi dalle armi esplosive.
Tra i punti più rilevanti della legge regionale l’attenzione al contrasto alla povertà educativa, la verifica della vulnerabilità sismica degli edifici e la previsione di interventi specifici per i minori migranti.
Uno spazio, il 12° attivato in Italia dall’Organizzazione, realizzato in partenariato con l’Associazione Patronesse del Salesi e in collaborazione con Regione Marche, Comune di Ancona, Azienda Ospedali Riuniti di Ancona e Fondazione Ospedale Salesi Onlus.
Già nei giorni scorsi, Save the Children aveva lanciato giorni fa l’allarme in seguito alla decisione delle autorità libanesi di radere al suolo qualsiasi struttura utilizzata dai rifugiati che fosse fatta esclusivamente di legno o plastica.
Le condizioni disumane di cui abbiamo avuto notizia sulle condizioni dei bambini nei centri di detenzione sono raccapriccianti e inaccettabili. I bambini tenuti in queste strutture sono sfiniti, sporchi e affamati, e rimarrà come trauma per molti anni.
Dopo 14 giorni di attesa in mare aperto, nonostante gli appelli arrivati da ogni parte per far sbarcare le 42 persone a bordo della Sea Watch, scelte politiche disumane hanno lasciato la responsabilità di salvare vite al capitano della nave della ONG.
È urgente che tutte le persone a bordo, in particolare i minorenni e le altre persone vulnerabili, possano toccare terra in un porto sicuro nel minor tempo possibile.