Giornata dell’Infanzia e dell’Adolescenza 2023: i diritti dei bambini ancora a rischio
Oggi ricorre Giornata dell’Infanzia e dell’Adolescenza 2023, che dovrebbe essere un’occasione per fare il punto sui progressi fatti sul rispetto dei diritti dei bambini e dei giovani. Purtroppo, non è così, ed è ancora a rischio il diritto stesso alla sopravvivenza in tutto il mondo. Basti pensare alle diverse crisi che stanno accadendo, da Gaza al Sudan, passando per l’Ucraina, la Siria e lo Yemen, la crescente crisi climatica e alimentare nel Corno d’Africa, in Afghanistan e in Repubblica Democratica del Congo.
A livello globale, l’impatto delle guerre, insieme a quello dei cambiamenti climatici e delle conseguenze del Covid-19, minacciano direttamente il futuro di quasi 1 bambino su 10, e stanno compromettendo l'accesso all’istruzione di 222 milioni di minori in età scolare.
Giornata dell’Infanzia 2023: i diritti dei bambini
In occasione di questa giornata dedicata all’infanzia e all’adolescenza, accendiamo una riflessione su quanto i diritti dei bambini e delle bambine siano ancora altamente minacciati. Si pensi alle migliaia di bambini uccisi, feriti, mutilati o costretti a fuggire nell’ultimo mese e mezzo a Gaza. Allargando lo sguardo, nel mondo sono più di 400 milioni i minori che vivono in zone di guerra, più del doppio rispetto alla metà degli anni ’90, mentre anche in Europa il numero di quelli esposti al conflitto è quadruplicato in un solo anno, passando da 2 a 9 milioni, per effetto della guerra in Ucraina. Nel mondo sono ancora molte le negazioni dei diritti fondamentali dei bambini e delle bambine a causa di conflitti, instabilità economica, crisi climatica e crisi alimentare.
Diritti negati: la guerra
L’impegno della comunità internazionale per proteggere i bambini non è sufficiente. Con sempre maggior frequenza, le emergenze umanitarie scatenate dai conflitti perdurano per anni, mentre i finanziamenti umanitari si stanno riducendo.
Già nel 2022 mancavano all’appello quasi 650 milioni dei fondi umanitari necessari, lasciando 18 milioni di bambini vulnerabili e operatori esposti al rischio di violenza, sfruttamento e abusi nelle peggiori crisi umanitarie del mondo. Il deficit nelle risorse indispensabili per la protezione dei bambini nelle zone di conflitto, secondo le stime, potrebbe raggiungere entro il 2026, 1 miliardo di dollari, con gravissime conseguenze per i più vulnerabili.
Diritti negati: crisi climatica
I cambiamenti climatici stanno segnando la vita dei bambini a ogni latitudine, contribuendo a causare la più grave crisi alimentare degli ultimi decenni. In particolare, il continente africano sta subendo gravi conseguenze a causa dell’impatto crescente della crisi climatica, che ha già costretto nel 2022 allo sfollamento quasi 2 milioni di bambine e bambini nell'Africa subsahariana, quasi il doppio rispetto all’anno precedente.
Diritti negati: fame e malnutrizione
Secondo la nostra ricerca, diffusa oggi, si stima che almeno 17,6 milioni di bambini sono nati o nasceranno nel 2023 soffrendo la fame. Ciò corrisponde a circa 33 bambini al minuto: quanto, o a volte anche più, di un’intera classe scolastica in Italia, con un aumento del 22% rispetto a dieci anni fa. Infatti, quest’anno circa un quinto di neonati in più dovrà affrontare la fame rispetto al 2013, quando erano 14,4 milioni.
Secondo l’analisi, l’Africa e l’Asia sono i due continenti che totalizzeranno il 95% delle nascite dei bambini denutriti nel mondo nel 2023. Tra i Paesi in cui almeno il 25% della popolazione soffre di fame cronica, c’è la Repubblica Democratica del Congo (RDC) dove circa 1,5 milioni di bambini nasceranno denutriti, il numero più alto nel Paese da quando sono iniziate le registrazioni della FAO nel 2016, a cui si andranno ad aggiungere 6,6 milioni di bambini sotto i cinque anni.
Sifa, 33 anni, che vive in un campo per sfollati nel Nord Kivu, nella RDC, sta lottando per dar da mangiare ai suoi cinque figli, compreso il più piccolo nato appena tre mesi fa. Dopo aver perso tre figli a causa della malaria, del colera e dei gruppi armati, teme che un altro muoia, questa volta per la fame. “Vivo nella costante paura di perdere un altro dei miei figli. Continuo a pensare: “Vedrò mai i miei bambini crescere e avrò mai abbastanza cibo per loro?” Ho paura di svegliarmi ogni giorno e scoprire che il mio piccolo non c’è più”, ha detto Sifa. “Da quando ho partorito, tre mesi fa, ho avuto difficoltà a nutrire il mio bambino. So che dovrei mangiare di più, ma quel poco che abbiamo lo do a mia figlia di nove anni. Chiede già cibo ogni giorno e dorme affamata, quindi provo a darle qualcosa. So che è pericoloso mandarla là fuori, ma non abbiamo altra scelta, ha bisogno di mangiare."
Agire sulle cause profonde
Solo ponendo fine ai conflitti globali, affrontando la crisi climatica, la disuguaglianza globale e costruendo sistemi sanitari, nutrizionali e di protezione sociale più resilienti di fronte a shock come il Covid-19, ai conflitti e alla crisi climatica, potremo essere in grado di garantire che una crisi così acuta non si ripeta nei prossimi anni. Dalle parole della Direttrice Generale di Save The Children, Daniela Fatarella: “La fame non è una causa persa. Abbiamo il potere di ridurre significativamente il numero di bambini malnutriti, in questo momento, come abbiamo fatto in passato. Tuttavia, se non affrontiamo le cause profonde della fame e della malnutrizione, continueremo ad assistere a un’inversione di tendenza nei progressi compiuti per i bambini. Questa è una crisi alimentare globale e richiede una soluzione globale”.
L’impegno della comunità internazionale per proteggere i bambini non è sufficiente. “Abbiamo la responsabilità di garantire a ogni bambino e bambina il diritto alla vita, alla salute e allo sviluppo. Dobbiamo fare ogni sforzo possibile per progredire in questo, e i leader mondiali hanno l’obbligo morale di trasformare le promesse in azioni concrete, mettendo al primo posto i bisogni e i diritti dei bambini, ascoltandoli e includendoli anche in una partecipazione attiva nelle decisioni che riguardano il loro presente e il loro futuro”, ha concluso la Direttrice Generale Daniela Fatarella.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.