Sud Sudan: "il tempo di un colpo di fucile" e la vita cambia (FOTO)
Questa è la storia della piccola Nyany, bambina sud sudanese di 14 anni, rifugiata nel campo di Boroli (distretto di Adjumani, Uganda). Nyani è nata nello Stato di Jonglei in Sud Sudan, dove ha vissuto fino a qualche mese fa insieme alla sua mamma e ai suoi tre fratellini: il piccolo Gadit di appena 1 anno, Bobok e Macharping, gemelli di 12 anni. Il papà è morto anni fa, a causa di una malattia che Nyani non sa meglio identificare. La vita di Nyani in Jonglei State non è mai stata facile, ma aveva una sua, seppur precaria, continuità. Questa continuità viene interrotta durante una notte di gennaio, quando il suo villaggio viene attaccato dai ribelli. In mezzo ai colpi di fucile, la mamma di Nyani afferra il piccolo Gadit e, con gli altri 3 figli al seguito, si mette in fuga insieme alla sua gente, la gente del villaggio. Dopo giorni di cammino il gruppo di sfollati incorre in un nuovo agguato. La mamma di Nyani viene colpita a morte da un colpo di kalashnikov. Cade a terra con il piccolo Gadit in braccio.
È in questo attimo di tempo, il tempo di un colpo di fucile, che la vita di Nyani cambia per sempre.
Nyani non solo subisce la perdita più grande che può subire una bambina, ma diventa anche improvvisamente la capofamiglia. E’ infatti lei la più grande dei fratelli. Nyani è consapevole del suo nuovo status: prende tra le sue braccia il piccolo Gadit e incita i 2 gemellini Bokok e Macharping a proseguire la corsa insieme al resto della loro gente. Trascorrono altri 9 giorni di fughe nella boscaglia e di condivisione di cibo e acqua con il resto del gruppo prima di raggiungere finalmente la capitale, Juba. Anche Juba però è ormai una città assediata. Nyani è fortunata: riesce a trovare un posto nell’auto di un uomo della sua stessa tribù diretto in Uganda. La piccola famiglia, composta ormai solo da 4 bambini, arriva finalmente al centro di accoglienza di Dzaipi, dove viene registrata e trasferita nel campo rifugiati di Boroli, distretto di Adjumani. È da questo momento che Nyani, il piccolo Gadit, Bokok e Macharping entrano a far parte del purtroppo numeroso gruppo di bambini assistiti dal team di Save the Children nei campi rifugiati del Nord Uganda. Il nostro staff si attiva subito per accoglierli. Vengono loro forniti beni di prima necessità, vestiti, biancheria, prodotti per l’igiene. Nel giro di pochi giorni, insieme a UNHCR e UNICEF, si costruisce per loro una piccola abitazione di materiali locali, una casa nello stile di quella in cui vivevano in Jonglei State. Vengono quindi affidati alla supervisione di una famiglia di rifugiati ospitati nello stesso campo. Nyani non è più sola. Ci dice che ora si sente accolta, protetta, si sente di nuovo parte di una comunità. Gli occhi di Nyani hanno visto cose che nessuna persona dovrebbe mai vedere. Guardandoci con questi occhi profondi, e nonostante tutto ancora pieni di speranza, Nyani ci ha affidato la sua storia. [cycloneslider id="sud-sudan-la-storia-di-nyani"]