Come proteggere i propri figli dopo un terremoto
Nuove forti scosse di terremoto hanno colpito ieri, 18 gennaio 2017, il Centro Italia, una zona già messa a dura prova dagli eventi drammatici dei mesi scorsi.
Si tratta di una nuova situazione d'emergenza che, ancora una volta, rappresenta per i bambini la perdita di tutte le sicurezze e dei punti di riferimento, l'interruzione della loro quotidianità e di una vita normale che includa la scuola, una casa, una piazza in cui giocare.
Riproponiamo un decalogo, già pubblicato in occasione del terremoto del 24 agosto che ha colpito Amatrice e le zone limitrofe, per i genitori e i familiari che sono vicini ai bambini, particolarmente vulnerabili nell'affrontare tragedie di questo tipo.
I bambini hanno una grande capacità di affrontare gli eventi traumatici e di reagire in maniera positiva alle difficoltà che una situazione di emergenza inevitabilmente comporta. Nonostante ciò, è necessario che siano protetti in modo adeguato per permettere loro di superare questi eventi: la loro tutela e protezione passa dall'atteggiamento e dalle reazioni che i genitori tendono a mettere in atto. In particolare, consigliamo ai genitori di prendersi cura di sé stessi, di non sottovalutare i propri stati d'animo e di ricorrere a un aiuto psicologico nel caso in cui ne sentano il bisogno: i bambini replicano i comportamenti dei loro genitori e reagiscono meglio quando questi sono sicuri e calmi.
Ad ogni età è possibile leggere particolari segnali che un bambino manifesta prima e dopo un'emergenza come, ad esempio, un terremoto: saperli riconoscere è un valido aiuto per prendersi cura di loro e dell'inevitabile malessere di cui sono preda.
Bambini fino a 12 mesi
I bambini fino all'anno di vita dipendono completamente dagli adulti per la loro cura e sopravvivenza. I genitori possono aiutare i neonati a sentirsi al sicuro prestando loro tutte le attenzioni di cui hanno bisogno, nutrendoli, cambiandoli e calmandoli. Solitamente tendono ad esprimere le loro paure ed ansie attraverso il gioco e potrebbero mettere in atto giochi ripetitivi che "inscenano" il terremoto: se il bambino appare troppo ossessionato e tormentato da questo tipo di gioco è consigliabile orientarlo su altre dimensioni e attività ludiche. Scopri di più
Bambini in età infantile o prescolare
I bambini da 1 a 5 anni hanno bisogno di dare significato all'evento traumatico e allo stesso tempo di sentirsi sicuri e protetti. Ecco perché dopo essersi presi del tempo per elaborare pensieri, reazioni ed emozioni da comunicare in modo adeguato ai più piccoli, è necessario parlarne con loro, in modo rassicurante ed attuare alcuni comportamenti che contengano le loro ansie e paure. Scopri quali sono
Bambini in età scolare
L'età scolare, dai 6 agli 11 anni, è quella dove si comincia a razionalizzare anche gli eventi paurosi e a farsi meno trasportare dalla fantasia. Anche se non è sempre facile parlare con loro delle esperienze, dei pensieri o dei sentimenti provocati dal terremoto, è fondamentale la presenza dei genitori, che siano ascoltati quando hanno bisogno di parlare perché maggiori attenzioni li aiuteranno a riprendersi. Spesso uno dei veicoli con cui manifestano un trauma è l'eccessivo silenzio: non vanno per questo forzati ad esprimersi, bastano anche delle conversazioni brevi che testimoniano la presenza protettiva dei genitori. Scopri di più
Adolescenti
Gli adolescenti vivono un’età in cui si sviluppa il senso della propria identità, separata da quella dei genitori ma hanno comunque bisogno di orientamento, rassicurazione e guida. Hanno maggiori capacità dei bambini di esprimere i propri pensieri e sentimenti, ed è importante fornire loro l’opportunità di farlo insieme ai genitori, così che possano dare un senso a ciò che è successo durante e dopo il terremoto. Spesso si sentono invincibili, come se nulla potesse ferirli, ma un terremoto li fa sentire vulnerabili e spaventati. Scopri di più
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Post aggiornato il 19 gennaio 2017