Siria: un bambino morto per le violente inondazioni
Violente inondazioni hanno colpito il nord-ovest della Siria, uccidendo un bambino di 6 anni e costringendo oltre 20 mila minori a lasciare le proprie abitazioni.
Devastanti inondazioni colpiscono la popolazione siriana
Almeno 41.200 persone sono state coinvolte nella forte tempesta che lunedì scorso ha causato l'inondazione nella zona a nord di Idlib e a ovest di Aleppo, la maggior parte delle quali hanno già alle spalle anni di fughe per un conflitto in corso ormai da quasi dieci anni.
Drammatica la situazione nei campi profughi. Almeno 2.558 tende in 62 campi sono state danneggiate o distrutte dalla tempesta, che ha spazzato via i pochi beni in possesso delle popolazioni sfollate. Decine di migliaia di persone hanno cercato riparo dalla tempesta nelle scuole e nelle moschee. Altri sono stati costretti a dormire all’aperto la scorsa notte, con temperature sotto lo zero.
Nella Siria nordoccidentale, dove oggi si contano oltre 1,5 milioni di sfollati, gli eventi climatici estremi di quest'inverno stanno mettendo ulteriormente a repentaglio la vita di intere famiglie già duramente provate da dieci anni di conflitto e di sfollamento. Oltre a questo, nell’ultimo anno si è aggiunta la pandemia di Covid-19, che si è diffuso in modo incontrollato in tutta l’area.
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Testimonianze dai campi inondati
Mazen (nome di fantasia), 10 anni, vive in un campo a nord di Idlib e queste sono le sue parole:
"Qui nel campo le nostre tende sono allagate. C'è del fango e il terreno si è trasformato in una palude. Non possiamo né muoverci né lasciare le nostre tende. Vogliamo uscire a prendere il pane, ma non possiamo. Non abbiamo niente, siamo senza riscaldamento. Fa freddo e le piogge sono molto forti. Ci riscaldiamo attorno al fuoco che accendiamo con la legna che ci viene data, ma non basta”.
Anche centinaia di altri campi in tutta l'area sono diventati di difficile accesso, impedendo così a migliaia di famiglie di ricevere gli aiuti umanitari salvavita di cui hanno bisogno.
Cosa stiamo facendo in Siria
Il nostro staff, insieme ai nostri partner sul campo, è impegnato nella distribuzione di aiuti umanitari essenziali, ma non sono ancora riusciti a raggiungere tre dei campi della zona perché le strade si sono trasformate in vere e proprie paludi.
In un contesto già duramente colpito dall’inflazione e dagli effetti della pandemia, le inondazioni sono destinate ad aggravare le necessità della popolazione, che in questo momento ha disperato bisogno di cibo, riscaldamento, tende, materassi, coperte, benzina e mezzi di trasporto. I nostri partner hanno già iniziato a pianificare la loro risposta per fornire kit per impermeabilizzare le tende e riparare le reti di drenaggio dell'acqua intorno al campo.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.