Attaccata una delle strutture sanitarie che sosteniamo in Siria
Un attacco con colpi di artiglieria su una struttura sanitaria che supportiamo in Siria, all’interno di un compound nell’area di Idlib, ha provocato il ferimento di sette adulti, tra i quali un medico della struttura. Uno dei feriti versa in condizioni critiche. L’entità del danno è ancora in fase di valutazione, ma la struttura è attualmente fuori servizio.
la struttura sanitaria di maraat al numan
Il proiettile ha colpito l'ala meridionale del compound e al momento dell’attacco erano presenti nella struttura circa 60 pazienti, compresi dei bambini. Fino ad oggi, il complesso sanitario di Maraat Al Numan – che supportiamo dal 2016 attraverso l’organizzazione partner Syrian relief - ha aiutato 300.000 persone che vivono nella zona, con una media di 200 visitatori al giorno, offrendo un sostegno indispensabile a centinaia di bambini e alle loro famiglie, tra cui servizi di nutrizione, assistenza dentistica e vaccinazioni.
il prezzo della guerra pagato dai civili
“Ancora una volta, i civili stanno pagando il prezzo di un lungo e mortale conflitto. Questa struttura offriva un aiuto fondamentale a centinaia di uomini, donne e bambini. Siamo vicini al nostro partner Syria Relief e al loro personale che era sul posto quando la struttura è stata colpita, e chiediamo la protezione di civili e operatori umanitari” ha dichiarato Amjad Yamin, nostro portavoce. “Dall'annuncio del cessate il fuoco, la situazione nella zona si è calmata e le popolazioni sfollate hanno iniziato a tornare, ora questo potrebbe rimandarle indietro”.
Secondo i dati, infatti, dalla fine di aprile almeno 100 civili sono stati uccisi o sono rimasti feriti nella Siria nord-occidentale, un’area che ospita una delle più grandi popolazioni sfollate all'interno del paese. Qui, le persone vivono nella maggior parte dei casi in campi sovraffollati o nelle aree rurali, costrette a fronteggiare la scarsità di cibo, acqua, medicine e difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari e all’istruzione.
Chiediamo a tutte le parti di fermare questa guerra contro i bambini. Tutte le parti in conflitto rispettino il diritto internazionale umanitario e i diritti umani e mettano al primo posto la protezione dei civili. Le scuole, gli ospedali e le altre infrastrutture civili essenziali, devono essere protette dagli attacchi.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.