I mondiali nel campo di Za'atari con i bambini siriani
In occasione della giornata mondiale del rifugiato e per ricordare che i bambini siriani nel campo di Za'atari vivono con lo stesso entusiasmo di tutti i bimbi del mondo i campionati mondiali di calcio, il team giordano che lavora nel campo ha realizzato questo bellissimo video.
I mondiali nel campo di Za'atari
In questi giorni abbiamo incontrato a Roma uno dei nostri colleghi Mohamad Alasmar, Responsabile Media e Advocacy in Giordania, che ci ha raccontato come è lavorare in un campo profughi, qual è l'approccio che bisogna avere per raccontare la vita dei bambini che lo vivono e come sono arrivati alla realizzazione del video. Ecco cosa ci ha detto Mohamed
Per coinvolgere sempre più persone e parlare del nostro lavoro ai donatori, dobbiamo raccontare la storia dei nostri beneficiari dal punto di vista umano, non parlando di numeri, è infatti più facile sentirsi vicini a certe situazioni che le persone vivono quando si parla delle loro storie, delle loro aspirazioni e delle loro speranze. Se si sceglie di parlare di esseri umani in difficoltà, c'è dunque bisogno di uno specifico approccio, di rispetto verso gli individui di cui stiamo parlando e di un reale interesse per la loro storia. Dobbiamo ricordare che dietro la vicenda che raccontiamo ci sono altre storie, aspirazioni, la speranza di tornare a casa, di essere ricongiunti con le famiglie, di rifarsi un futuro. Certo, c'è paura per il domani, ma comunque c'è la voglia di guardare avanti, di soffermarsi sugli aspetti positivi. Raccontiamo l'aspetto umano delle crisi siriana per dare corpo a quello che si legge nei giornali, la voce dei bambini può così arrivare oltre, dando un eco maggiore a questa emergenza.
Il video dedicato ai mondiali è stato realizzato perché la febbre per il calcio accomuna tutti i bambini del mondo. Per questo, proprio per la giornata mondiale dedicata ai rifugiati, gli stessi bambini del campo hanno deciso di realizzare questo video dedicato al calcio.
Abbiamo chiesto ai bambini cosa volevano fare e, fra le varie idee, è emersa questa, poi abbiamo chiesto loro qual era la squadra che preferivano, le bandiere che vedete nel video non lo abbiamo scelte noi, ma loro. Hanno scelto le grande squadre, come avrebbero fatto tutti i bambini del mondo.
Nel campo di Za'atari non tutti possono vedere i mondiali, perché per farlo devono pagare e molti non se lo possono permettere, ma grazie al lavoro per realizzare questo video anche loro hanno potuto vivere con entusiasmo la festa del calcio. Raccontare storie di beneficiari non significa dunque solo rivolgersi ai donatori o a un pubblico in generale, ma lavorare con gli stessi bambini, affinché siano loro a determinare la narrazione, traendone beneficio.