Siria: basta un solo giorno per perdere tutto
Prima dello scoppio della guerra, in Siria, trovavano rifugio molti sfollati iracheni, scappati dal loro Paese a causa delle continue violenze. Sam era un operatore umanitario che si occupava di aiutare gli sfollati.
“Il mio lavoro era la mia passione. Ho lavorato con persone che hanno perso tutto, che non avevano alcun luogo dove andare. Non avrei mai immaginato che sarebbe capitato pure a me. Come posso esser stato così ingenuo?”
Sam conduceva una vita normale. Viveva a Damasco con la sua famiglia. Andavano al cinema, a teatro e a mangiare fuori al ristorante. Un giorno però i combattimenti tra il regime e i ribelli iniziarono ad intensificarsi e ad avvicinarsi sempre di più alla città.
“Fino all’ultimo pensavo che l’area in cui vivevo era sicura. Credevo di essere al sicuro. Ero al lavoro quel giorno quando il mio amico Abdullah mi ha chiamato. La mia casa era stata colpita da un attacco aereo.”
Fortunatamente sua moglie con i figli, vista la situazione incerta, erano partirti per Beirut la sera prima.
“Mentre camminavo lungo la strada verso casa il fumo nell’aria mi riempiva i polmoni, faticavo a respirare e mi bruciavano gli occhi. Ero disorientato. Ho alzato lo sguardo verso il tetto ma non c’era più nulla, solo un enorme buco. Ho cercato di farmi strada tra scarpe, materassi distrutti e macerie.”
Se fosse successo un giorno prima, Sam, avrebbe perso la sua famiglia nel bombardamento.
“Sembrava una scena surreale. Dov’era finita la mia casa? Ad un certo punto qualcosa ha attirato la mia attenzione. Era un giocattolo distrutto e subito mi è venuto in mente mio figlio che solo due giorni fa correva e giocava per casa spensierato.”
“Un solo giorno. Basta un giorno soltanto. Un giorno hai una casa, il giorno dopo nulla. Alcuni miei amici e vicini di casa hanno perso la vita in quell’attacco.”
In Siria la situazione non sta migliorando. Proprio negli ultimi giorni si sono di nuovo intensificati i combattimenti nel Ghouta orientale dove più di 350.000 persone rimangono intrappolate senza aiuto umanitario. Sam è una delle tante persone che ha perso tutto a causa della guerra.
“Tutto ciò che possiedo ora sono i vestiti che indosso e la borsa da lavoro. Sono diventato uno sfollato. Ho usato questo termine centinaia di volte nel mio lavoro ed ora lo ero pure io. Ho lavorato con i rifugiati per anni e pensavo di capire cosa si provasse. Non ne avevo idea in realtà, non avevo idea di cosa potesse fare su di te tutto ciò. La brutalità di quello che mi è successo mi ha scioccato nel profondo.”
Il cessate il fuoco di cinque ore al giorno proposto dal presidente russo è stato violato già il primo giorno. A causa dei continui attacchi aerei gli aiuti umanitari non riescono ad arrivare.
Nel nord della Siria lavoriamo in partnership con altre organizzazioni per fornire un supporto immediato alle persone colpite dal conflitto. Forniamo beni di prima necessità quali acqua pulita, cibo e kit per la costruzione di rifugi temporanei. Supportiamo l’educazione formale e informale dei bambini che non possono andare a scuola.
Grazie al nostro intervento abbiamo potuto raggiungere ed aiutare più di 1 milione di persone, tra cui 730.000 bambini dall’inizio del conflitto.
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