Educazione negata per milioni di bambini siriani
Circa 730.000 bambini siriani rifugiati nei Paesi limitrofi, quasi la metà di tutti coloro in età scolare, quest’anno non andranno a scuola e risulteranno quindi ancora più vulnerabili ed esposti ai matrimoni precoci e a forme di lavoro minorile, un numero che è aumentato di un terzo rispetto all’anno scorso.
Il numero di bambini rifugiati siriani tagliati fuori dall’educazione è passato dal 34% del totale di coloro in età scolare registrato alla fine del 2016 al 43% odierno, mentre negli ultimi 12 mesi i bambini rifugiati siriani in Libano, Giordania e Turchia hanno perso più di 133 milioni di giorni di scuola. A livello globale, secondo un nuovo rapporto dell’Organizzazione, più della metà dei bambini rifugiati sono tagliati fuori dall’educazione e i giorni di scuola persi da 3,5 milioni di bambini rifugiati negli ultimi 12 mesi ammontano collettivamente a quasi 700 milioni.
I Paesi limitrofi, dove da anni vivono milioni di rifugiati siriani, hanno attuato una serie di cambiamenti apprezzabili per accrescere l’accesso all’educazione dei bambini rifugiati, tuttavia gli impegni assunti dai governi ospitanti e dai donatori da soli non possono bastare. La dipendenza delle famiglie dal lavoro minorile dei propri figli, il timore che le ragazze possano essere vittime di molestie o stupri mentre vanno a scuola e la mancanza di mezzi di trasporto rappresentano infatti ostacoli persistenti che vanificano gli sforzi profusi e causano l’abbandono scolastico da parte di bambini e adolescenti.
Per quanto riguarda i bambini che vivono in zone di conflitto, si stima che in Siria quasi 2 milioni di minori sono ancora tagliati fuori dall’educazione, mentre in luoghi come Raqqa, dove negli ultimi mesi si sono registrati più di 150.000 bambini sfollati, risulta ancora particolarmente difficoltoso riportare i bambini a scuola.