Tre ragioni per cui l’asilo nido è importante per il futuro dei bambini
In Italia solo un bambino su dieci può andare all'asilo e il dato diventa ancora più drammatico in regioni come la Calabria e la Campania, dove rispettivamente appena 2 e 3 bambini su 100 possono accedere al nido.
Per questo, nell'ambito della campagna Illuminiamo il futuro, abbiamo lanciato una petizione per chiedere asili per tutti, attraverso la riforma del sistema di istruzione 0-6 anni per rendere i servizi per l’infanzia un diritto di tutti, fruibili da tutte le famiglie che ne fanno richiesta, in modo uniforme in tutto il territorio nazionale.
A supportare queste richieste anche Daniela Del Boca, Professoressa di Economia all’Università di Torino, Fellow del Collegio Carlo Alberto e dell’IZA e Direttore del Centro di Economia della Famiglia (CHILD) che ci spiega, in tre punti, le ragioni per cui l’asilo è importante per il futuro dei bambini.
Economisti, neuro-scienziati e sociologi sono concordi nell’affermare che nei primi anni di vita si acquisiscono abilità cognitive (intelligenza critica, memoria, linguaggio, comprensione), socio-emozionali (sociabilità, valori ed ethos collettivo, comportamento individuale, capacità di adattamento) e fisiche (massa corporea, capacità visive e uditive, stato nutrizionale e di salute), essenziali per vivere in un mondo sempre più caratterizzato da conoscenza e innovazione, rapidi mutamenti e apertura a un vivere vasto e glocale.
Ma la distribuzione di tali abilità non è eguale tra i bambini. A una “natura” che determina una parte di disuguaglianza si aggiungono le condizioni socio-economiche familiari in cui si nasce. Per intenderci, il bambino che nasce in una famiglia in condizioni economiche precarie, in un ambiente fisico o culturale degradato, accumulerà deficit di sviluppo cognitivo, non-cognitivo e fisico.
I dati PISA 2015 mostrano che la percentuale di ragazzi di 15 anni appartenenti alla fascia delle famiglie più povere che non raggiungono le competenze minime in matematica e lettura, diminuisce notevolmente all’aumentare del numero di anni di frequenza al nido o ai servizi integrativi per l’infanzia. Il 64% di coloro i quali hanno frequentato i servizi per l’infanzia per meno di un anno appartiene alla categoria dei low achievers in matematica. Percentuale che sale addirittura all’82% in lettura. La quota di low achievers scende notevolmente se gli alunni hanno frequentato 1 anno di asilo (50% in matematica e 44% in lettura), e si riduce drasticamente a circa un terzo nel caso di frequenza di più di 1 anno. L’accesso ai servizi per la prima infanzia di qualità rappresenta quindi un intervento chiave per sconfiggere la povertà educativa.
I servizi per l’infanzia devono essere un diritto di tutti, fruibili da tutte le famiglie che ne fanno richiesta, in modo uniforme in tutto il territorio nazionale.