7 cose da sapere sull’affido familiare dei minori migranti soli non accompagnati
Siamo convinti che l'affido familiare sia una buona opportunità per le/i minori soli che arrivano in Italia e che non hanno familiari di riferimento: cerchiamo di fare chiarezza sul suo funzionamento.
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Di seguito 7 cose da sapere per fare chiarezza sull’istituto dell’affido familiare:
- Purtroppo ad oggi l’affido familiare non è sufficientemente diffuso in Italia e non è organizzato in modo omogeneo su tutto il territorio. Anche per questo motivo, come Save the Children abbiamo promosso un disegno di legge sul sistema di protezione e di accoglienza dei minori stranieri soli che valorizza proprio l’istituto dell’affido familiare.
- L’affido familiare è disposto dal servizio sociale (e quando necessario dall’autorità giudiziaria), che ha il compito di valutare la famiglia o la singola persona per verificare con attenzione che abbia tutte le qualità necessarie per prendersi cura temporaneamente di un bambino o di un ragazzo.
- È necessario, inoltre, che la famiglia richiedente sia consapevole delle responsabilità che si sta assumendo e della temporaneità dell’affido, e sia pronta ad accogliere le problematiche del minore. Questa verifica è fondamentale per evitare di esporre i minori a rischi, nel caso in cui la famiglia non risultasse idonea e preparata all’accoglienza o, in casi ancora più gravi, la richiesta di affido nascondesse intenzioni malevole da parte degli adulti che la propongono.
- In alcuni Comuni sono stati istituiti degli albi di famiglie affidatariee vi sono alcune esperienze significative, in particolare, di affido di minori stranieri non accompagnati, ma queste sono presenti solo su pochi territori.
- È evidente che se esistono legami familiari preesistenti si cerca di attivare un immediato ricongiungimento con la famiglia di origine. Se però questo ricongiungimento familiare prevede tempi lunghi, anche di verifica, l’affido familiare può essere una valida alternativa temporanea alla comunità.
- È importante considerare anche che in tutti i casi occorre avere il consenso del minore per poter procedere.
- Per saperne di più e per dare la propria disponibilità, il primo passo da compiere è quello di rivolgersi al servizio sociale del proprio Comune di residenza.