L'impatto delle armi esplosive sui bambini in Yemen: la storia di Raja'a
Sono oltre 1.500 i bambini vittime del sanguinoso conflitto che da marzo sta sconvolgendo lo Yemen: ogni giorno 3 bambini in Yemen muoiono nelle violenze e le armi esplosive nelle zone abitate stanno traumatizzando tante piccole vite.
Una situazione tragica che si riflette nella testimonianza toccante di Raja’a che, a soli 7 anni, ha perso la mamma e i fratelli per un missile esploso sulla loro casa. Ora vive con la nonna e gli zii, ma è ancora colpita dalla terribile esperienza ed è per questo le stiamo offrendo supporto psicologico in un nostro Spazio a Misura di Bambino.
Così ci racconta la piccola Raja’a:
Stavo giocando nel nostro giardino quando un missile colpì la mia casa. Mia mamma, mia sorella e mio fratello erano lì dentro. Corsi verso mia mamma, ma il missile colpì la casa proprio quando stava cercando di uscire con i miei fratelli. Ho visto mia mamma bruciare di fronte a me. Sono caduta a terra e mi sono ritrovata in ospedale: ero ferita.
Ma mia mamma non era vicino a me come al solito; più tardi ho scoperto che lei e i miei fratelli erano tutti morti. Prima avevamo una bella casa e un giardino e di solito invitavo i miei amici a giocare. Ma ora odio andarci. È tutto completamente distrutto e ho davvero tanta paura a ritornarci. Adesso non ho né una casa né la mia famiglia, ma vivo con mia nonna che di solito andavo a trovare ogni venerdì.
Quel giorno ho perso tutto: la mia famiglia, i miei giocattoli e i certificati della scuola. Non mi piace la guerra e odio gli aeroplani. Non so perché hanno attaccato la mia casa e perché hanno ucciso la mia famiglia. La scuola inizierà tra un mese e mi sono trasferita in una nuova scuola vicino alla casa di mia nonna.
Mi piace andare a scuola e mia madre mi ripeteva ogni volta che avrebbe voluto che diventassi una dottoressa in futuro. Continuerò a studiare per far sì che il sogno di mia mamma diventi realtà.
Sin dall'inizio dell'escalation di violenze, siamo intervenuti per assicurare supporto psicologico ai bambini in Yemen che, come Raja'a, hanno vissuto in prima persona gli orrori di questo conflitto e delle armi esplosive, garantendo ai minori più vulnerabili il sostegno di cui necessitano. Una realtà drammatica che è descritta anche dalle parole della nonna di
Raja'a:
L’impatto su Raja’a e su tutti noi è stato traumatizzante, soprattutto quando era in ospedale. Le sue condizioni erano davvero critiche, sia fisicamente che psicologicamente: ha subito diversi interventi alla gamba e alla mano. Si è ripresa fisicamente, ma non psicologicamente. Prima era una bambina attiva, le piaceva giocare con i suoi amichetti ma ora è così silenziosa.
Spesso la vedo seduta tutta sola, mentre tiene la foto di sua mamma e piange. Ricorda tutti i dettagli dell’attacco: credo che per lei ci vorrà tanto tempo per recuperare. La casa di mia figlia è stata la prima a esser distrutta nel bombardamento aereo nel governorato di Amran. Era agli inizi di Aprile; solo dopo abbiamo sentito che era stata colpita per sbaglio. Il loro obiettivo era l’Education office vicino all’abitazione.
Non apparteniamo ad alcun partito e non siamo coinvolti in nessuna attività politica. Raja’a e suo padre sono gli unici sopravvissuti all'attacco. Suo papà è autista e lavora sodo per mantenere la sua famiglia. Ma chi ricostruirà la casa che mia figlia e suo marito hanno tirato su in 3 anni? Abbiamo perso tutto. Mia figlia e i suoi bambini sono stati uccisi in questa guerra. Per quale motivo? Questo vorrei sapere.
Le armi esplosive stanno lasciando segni indelebili sui bambini: ad oggi, abbiamo raggiunto quasi 230.000 bambini in Yemen con i nostri interventi di protezione, salute e nutrizione, ma finché le parti in conflitto continueranno le violenze e ad utilizzare armi esplosive in centri abitati, migliaia di bambini saranno sempre in pericolo.
Leggi il Rapporto Nessun luogo sicuro per i bambini in Yemen