Afghanistan: rischio di epidemia tra i rifugiati
Migliaia di rifugiati afghani rientrati nel proprio paese dal Pakistan nelle ultime settimane, sono ad altissimo rischio di contrarre gravi malattie, che si stanno diffondendo rapidamente, tra cui la dissenteria acuta, altamente contagiosa e pericolosa.
L'80% delle persone che rientrano in Afghanistan sono donne e bambini: 1 bambino su 4 è sotto i cinque anni e oltre il 60% dei minori ha meno di i 17 anni.
Afghanistan: una grave epidemia si sta diffondendo nei campi profughi
Nell'ultimo periodo sono stati segnalati presso le proprie strutture sanitarie oltre 3mila casi di infezioni respiratorie acute e 1.200 casi di diarrea nei bambini. Il problema è dovuto al fatto che le famiglie hanno un mancato o limitato accesso all'acqua pulita per bere e lavarsi e che le persone sono costrette a defecare all'aperto a causa della mancanza di servizi igienici. Le condizioni di salute dei bambini non sono affatto buone, la maggior parte di loro ha dolori allo stomaco e non ricevono pasti regolari e adeguati
Secondo le Nazioni Unite, dal 1° ottobre sono rientrate in Afghanistan dal Pakistan circa 286.000 persone, di cui 139.000 solo a novembre, dopo che il Pakistan ha annunciato che tutti gli stranieri privi di documenti avrebbero dovuto lasciare volontariamente il Paese entro il 1° novembre, pena la deportazione. Scopri di più su Afghanistan: bambini e famiglie tornati dal Pakistan per evitare l’espulsione.
Dopo i rimpatri il pericolo delle malattie aumenta
Molte famiglie di rimpatriati non hanno un posto dove vivere, né soldi per il cibo, e sono ospitate in rifugi di fortuna, in una situazione in continuo peggioramento.
Nelle ultime settimane c’è stato un aumento dei casi di infezioni respiratorie acute e diarrea. Le gravi infezioni respiratorie sono probabilmente dovute alla prolungata esposizione alle tempeste di polvere, ai rifugi chiusi e fumosi, al contagio dovuto alla vicinanza di altre persone malate e al freddo estremo, dato che molte famiglie hanno viaggiato verso l'Afghanistan in camion aperti e sovraffollati.
Shireen, una donna di 40 anni, che si trova in un campo dopo essere tornata in Afghanistan, ci racconta: "In questa tenda, con la nostra famiglia, ci sono mia nuora e mio nipote di 18 mesi. Mio nipote ha bisogno di vestiti caldi e di un riparo. Tuttavia, abbiamo trascorso quattro notti all'aperto senza nemmeno una tenda. Mia figlia Farzana si è ammalata a causa del freddo e ora ha febbre e raffreddore".
“Con il continuo afflusso di persone, aumentano le sfide associate alla fornitura di acqua e strutture igieniche adeguate, in particolare per le famiglie e le bambine. Soluzioni complete e sostenibili sono necessarie per affrontare la potenziale crisi sanitaria e garantire il benessere della popolazione in arrivo. Queste famiglie ritornano in Afghanistan praticamente senza nulla e si trovano ad affrontare una triste realtà. Oltre alla crisi umanitaria esistente, l'inverno imminente richiede assistenza immediata". ha dichiarato Arshad Malik, Direttore nazionale di Save the Children in Afghanistan.
Il nostro intervento
La nostra squadra in Afghanistan ha attivato una squadra sanitaria mobile per fornire servizi sanitari, nutrizionali e psicosociali alle famiglie di ritorno dal Pakistan e ha costruito 10 servizi igienici separati per genere, per garantire che le famiglie non defechino all'aperto. Stiamo anche fornendo acqua potabile pulita e sicura attraverso circa 20 stazioni idriche e sta allestendo spazi a misura di bambino, per garantire loro un'area sicura mentre le loro famiglie si occupano dei documenti necessari al rientro.
Sosteniamo le comunità e proteggiamo i diritti dei bambini in tutto l'Afghanistan dal 1976, anche durante i periodi di conflitto e i disastri naturali. Abbiamo programmi in nove province e lavoriamo con partner in altre sette province. Dall'agosto 2021, stiamo incrementando l'intervento, per sostenere il numero crescente di bambini in difficoltà. Stiamo fornendo assistenza sanitaria, nutrizione, istruzione, protezione dell'infanzia, alloggi, acqua, servizi igienici e igiene e sostegno ai mezzi di sussistenza.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.