Afghanistan: bambini e famiglie tornati dal Pakistan per evitare l’espulsione
Nelle ultime sei settimane migliaia di bambini e famiglie afghani, sono tornati dal Pakistan per evitare una potenziale espulsione.
Centinaia di bambini afghani tornano ogni giorno in Afghanistan dal Pakistan, senza un posto dove vivere e senza soldi per il cibo, dopo che il Pakistan ha annunciato a tutti gli stranieri privi di documenti di lasciare volontariamente il Paese entro il 1° novembre, pena l'espulsione.
Bambini e famiglie tornano in Afghanistan dal Pakistan per evitare l’espulsione
Nelle ultime sei settimane sono ritornati più di 120.000 afghani. Molti bambini e famiglie tornano senza nulla e nulla hanno ad aspettarli. La settimana scorsa sono rientrate in Afghanistan il 57% in più di persone rispetto alla settimana precedente. Secondo l’ONU, circa l’86% di coloro che sono rientrati ha affermato che la “paura di essere arrestati” è stata la ragione del loro ritorno.
Il governo del Pakistan ha dichiarato che la sua politica non è rivolta agli afghani, ma gli afghani costituiscono circa 1,4 milioni dei circa 1,7 milioni di stranieri privi di documenti.
L’Afghanistan sta già attraversando la peggiore crisi umanitaria degli ultimi tempi: fame e malnutrizione, combinati con la più grave siccità degli ultimi 30 anni, e si stima che circa 3,2 milioni di bambini sotto i 5 anni siano affetti da malnutrizione acuta. Oltre a ciò, in ottobre ben 4 terremoti mortali hanno devastato gran parte della provincia occidentale di Herat, il che potrebbe ulteriormente peggiorare l’insicurezza alimentare.
Ci sono enormi bisogni a causa della riduzione dei finanziamenti internazionali e il Paese non può far fronte a un afflusso di massa di persone.
In cerca di un posto da chiamare casa
I rimpatriati ci hanno detto che una volta attraversato il confine, molti non hanno nessun posto dove andare e dove vivere o soldi per pagare cibo, affitto o trasporti. Per alcuni bambini afghani nati in Pakistan, questa è la prima volta in Afghanistan: “Sono nato a Lahore e non mi hanno permesso di frequentare la scuola. Al momento non abbiamo nessun posto dove andare. Non abbiamo una casa in Afghanistan in cui vivere. Sono tre giorni che aspetto al confine di Torkham con la mia famiglia” ha detto Jawid, 17 anni.
Arshad Malik, Direttore di Save the Children in Afghanistan, dopo essere stato al confine vicino a Torkham ha dichiarato: “I minori che abbiamo visto erano visibilmente stressati. Alcuni giocavano vicino a enormi camion. La frontiera non è un posto per un bambino. Questi minori hanno bisogno di un posto da chiamare casa, perché molti con le loro famiglie, tornano senza nulla e nulla li aspetta in Afghanistan. Hanno bisogno di stabilità dopo essere stati sradicati dalle loro vite in Pakistan”.
Il nostro intervento
La nostra équipe sanitaria mobile sta lavorando sul lato afghano del confine fornendo assistenza sanitaria di emergenza, nutrizione e supporto psicosociale alle famiglie che hanno attraversato il confine dal Pakistan. I nostri team stanno costruendo rifugi, strutture idriche e igienico-sanitarie con servizi igienici a misura di bambino e una zona giochi.
Sosteniamo le comunità e proteggiamo i diritti dei bambini in tutto l'Afghanistan dal 1976, anche durante i periodi di conflitto e disastri naturali, mediante programmi in nove province e in collaborazione con partner in altre sette province.
Dall'agosto 2021, abbiamo intensificato la risposta per sostenere il numero crescente di bambini in difficoltà, fornendo assistenza sanitaria, nutrizione, istruzione, protezione dell’infanzia, alloggi, acqua, servizi igienico-sanitari e sostegno ai mezzi di sussistenza.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.