Sara: una voce per il cambiamento climatico
Tutti noi adulti abbiamo il dovere di mantenere la speranza nei confronti dei giovani e dovremmo essere in grado di donargli un mondo ricco di opportunità, e invece si trovano ad affrontare condizioni climatiche più estreme in un mondo sempre più diseguale. Non c'è da stupirsi se questa generazione si preoccupa di avere un futuro degno di essere vissuto. Vediamo giovani da tutto il mondo marciare per le strade, discutere, cercare di tracciare la loro strada verso un mondo migliore.
Per dare voce alle loro esigenze, abbiamo raccolto il punto di vista dei ragazzi e delle ragazze nel rapporto “Generation Hope: 2,4 miliardi di ragioni per porre fine alla crisi globale del clima e delle disuguaglianze”. Le bambine, i bambini e gli adolescenti da ogni regione del mondo hanno condiviso le loro osservazioni e le loro esperienze sui cambiamenti climatici e le catastrofi naturali descrivendo nel dettaglio i danni e i pericoli che queste provocano nelle loro vite e in quelle degli altri. Tra di loro, c’era anche Sara, una giovane attivista che abita in un campo profughi a Gaza, nei Territori palestinesi occupati, e che ha una grande ambizione: diventare ministro dell'Ambiente.
Sara e l’attivismo per la crisi climatica
Il nostro racconto prende ispirazione dalle parole di Sara, una ragazza di 15 anni che ha partecipato a sessioni di empowerment gestita dal Centro palestinese per i diritti umani, nostro partner, ed insieme ad altri suoi coetanei del Consiglio dei bambini di Gaza, ha condiviso il suo pensiero. Durante l’intervista, ci racconta che ama gli spazi verdi, la natura e la sua stagione preferita è la primavera, purtroppo però, sia a causa dei limiti di spazio del campo in cui vive, sia per gli inverni freddi sempre più lunghi, spesso non può accontentare i suoi desideri.
“Vivo in un campo profughi a Gaza, la vita lì è dura. Se non sapete com'è, significa vivere in un luogo ristretto. Il campo è molto rumoroso, molto affollato, le case sono una accanto all'altra e non ci sono spazi verdi o luoghi per giocare. Trascorrere una giornata in un parco giochi o in un giardino, ad esempio, non è possibile, perché nel campo non ce ne sono. Tra le difficoltà che affrontiamo nel campo c'è l'elettricità, disponibile per pochissime ore, 8 ore su 24.”
Continua spiegandoci, secondo il suo acuto punto di vista, come il cambiamento climatico possa incidere negativamente sulla vita delle persone: “Gaza, come qualsiasi altra città del mondo, è influenzata dai cambiamenti climatici. C'è stato un cambiamento e questo ha sicuramente avuto un impatto sulle nostre vite, un esempio è l'inverno molto lungo. La crisi climatica ha un ruolo anche nell'influenzare il nostro umore. Altri svantaggi del cambiamento climatico su Gaza sono la mancanza e l'abbondanza di pioggia. L'abbondanza di pioggia provoca inondazioni e le colture agricole vengono distrutte. Con la mancanza di pioggia, molte colture a Gaza hanno bisogno di più acqua e tutto ciò influisce sulla stagione agricola. Secondo me, per affrontare i cambiamenti climatici dovremmo prestare maggiore attenzione alla natura.”
Le proposte di Sara per la crisi climatica
Ripartire dalla natura, quindi, attraverso la riforestazione delle aree del campo profughi in cui vive, piantando alberi il più possibile, per creare spazi verde da condividere tra i bambini e l’intera comunità, e portare un pizzico di gioia: “Potremmo anche sensibilizzare le persone nei campi profughi a piantare alberi tra le case, perché questo avrà un effetto positivo sulla Striscia di Gaza e al di fuori di essa".
“Darò la massima priorità a rendere disponibili zone verdi per le bambine e i bambini. Non ho mai avuto l'opportunità di trascorrere del tempo nelle aree verdi. Sicuramente contribuirò in questo, in particolare nelle aree remote ed emarginate, lavoreremo su queste aree e aumenteremo gli spazi verdi, per fare escursioni, picnic e altre attività”.
“Per fortuna ci sono istituzioni della società civile che lavorano per combattere il cambiamento climatico. Oggi siamo stati invitati da Save the Children ad affrontare il tema del cambiamento climatico. Forse io non ne so molto, come altri bambini, ma abbiamo ascoltato gli uni dagli altri e condiviso le nostre idee liberamente. Sono stata felice che abbiano preso in considerazione la mia opinione, perché credo sia preziosa.”
E come darle torto. È ora di ascoltare i loro appelli, avendo come luce guida i loro diritti, per trovare soluzioni solide e durature che sostengano e proteggano le bambine, i bambini e gli adolescenti, soprattutto quelli che ne hanno più bisogno.
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Le richieste per il futuro dei giovani
“Chiedo che i pensieri di noi giovani vengano presi in considerazione da chi prende le decisioni. Poiché tutti viviamo e condividiamo questo mondo, adulti e bambini, e sarebbe bello esprimere il nostro parere per contribuire ad affrontare un problema globale come il cambiamento climatico.”
Tutti vogliamo un futuro sicuro, sano e felice per le future generazioni. E ora abbiamo l'opportunità di crearlo insieme. Insieme a Sara, chiediamo ai leader mondiali di ascoltare le richieste dei giovani e di intensificare, in linea con gli obblighi internazionali, le proprie azioni per affrontare la crisi climatica e delle disuguaglianze e il suo impatto sproporzionato sulle bambine e i bambini del mondo.