Memorandum Italia-Libia: un finanziamento contro i diritti umani
Il 2 novembre si rinnoverà automaticamente il Memorandum Italia-Libia, con cui i Paesi sulle due sponde del Mediterraneo si impegnano ufficialmente in “processi di cooperazione, contrasto all'immigrazione illegale e rafforzamento della sicurezza delle frontiere”. Questo è ciò che, in teoria, l’accordo tra Italia e Libia dovrebbe prevedere, ma ciò che avviene ormai da 5 anni sotto gli occhi di tutti si traduce in un crimine contro l’umanità.
È inaccettabile per l’Italia rinnovare gli accordi con un Paese dove permangono e si sono acutizzate continue violazioni dei diritti umani e dei diritti dell’infanzia.
Cos’è il Memorandum Italia-Libia?
Il trattato è un documento d'intesa tra i due Paesi firmato per la prima volta il 2 febbraio 2017, sotto il governo Gentiloni. L'accordo, con durata di tre anni e rinnovo automatico, prevede che il governo italiano fornisca aiuti economici e supporto tecnico alle autorità libiche per ridurre i flussi migratori, ai quali viene affidato la sorveglianza del Mediterraneo attraverso la fornitura di motovedette, di un centro di coordinamento marittimo e di attività di formazione.Ma le parole sulla carta non corrispondono alla realtà.
Omissione di soccorso, respingimenti, detenzioni arbitrarie, stupri e violenze: ecco a cosa sono sottoposti i migranti e rifugiati in Libia e non possiamo restare in silenzio di fronte a tutto questo. È chiaro a chiunque cosa avviene ogni giorno nel Mediterraneo e nei centri di detenzione in Libia, ma l’attenzione da parte della politica e delle Istituzioni è nulla, anzi sembra remare contro. L'Italia e l’Unione Europea continuano a impiegare in Libia sempre più risorse pubbliche e a considerare la Libia un Paese con cui poter stringere alleanze, all’interno di un complesso sistema basato sulle politiche di esternalizzazione delle frontiere, che delega ai Paesi di origine e transito la gestione dei flussi migratori, con il sostegno economico e la collaborazione dell’Unione Europea e degli Stati membri. La guerra in Ucraina ha dimostrato che in Europa un’altra accoglienza è possibile ma anche mostrato la ferocia di un doppio standard per chi arriva dal Mediterraneo.
Diritti negati di comune accordo
Come già detto, e purtroppo più volte visto, il Memorandum non si limita a creare progetti di cooperazione bilaterale. L’accordo prevede infatti il sostegno alla cosiddetta Guardia Costiera libica, attraverso fondi, mezzi e addestramento: continuare a supportarla, non solo equivale a contribuire direttamente al respingimento di uomini, donne e bambini ma anche sostenere i centri di detenzione, definiti ufficialmente “centri di accoglienza”, dove le persone vedono quotidianamente calpestati i propri diritti, sottoposte a trattamenti inumani e degradanti.
Dal 2017 all’11 ottobre 2022 quasi centomila bambini, donne e uomini sono stati intercettati in mare dai dalla Guardia Costiera Libica, per poi essere riportate in un Paese che non può essere considerato sicuro. Essere una persona migrante in Libia significa infatti essere costantemente a rischio: di essere arrestato, detenuto, abusato, picchiato, sfruttato. Significa vedersi spogliati di ogni diritto e non ricevere alcuna tutela.
Tutto ciò si inserisce in un quadro politico particolarmente instabile, in cui le violenze contro la popolazione crescono di anno in anno, così come gli sfollati. Sono numerosi i report delle Nazioni Unite, confermati anche dalle testimonianze dei migranti che riescono a lasciare il Paese, che riportano come episodi di violenza, torture e riduzione in schiavitù siano all’ordine del giorno nei centri di detenzione in Libia. In più, vengono confermate la commistione delle autorità libiche con le milizie, e il loro coinvolgimento nel sistema di detenzione arbitraria, sfruttamento e abuso dei migranti e dei richiedenti asilo. In questo scenario è sempre più difficile tracciare i fondi e i mezzi inviati grazie al nostro Memorandum.
Un rinnovo inaccettabile
La Libia è un Paese che presenta situazioni di insicurezza e instabilità verso il quale non vanno in nessun modo sostenuti rimpatri o trasferimenti, inclusi quelli dei minori. È evidente che riformare o migliorare il sistema Memorandum ed in generale di blocco delle partenze dalla Libia vorrebbe dire continuare a mantenere intatte le condizioni affinché proseguano le violazioni ai danni di donne, uomini, bambini e bambine. Sussiste infatti, un’impossibilità strutturale di apportare qualsiasi forma di miglioramento delle condizioni di vita delle persone migranti in Libia, a cui si aggiunge un inadeguato accesso dei richiedenti asilo e rifugiati alla protezione internazionale.
Il Memorandum Italia-Libia non sta ponendo nessun limite alle violazioni dei diritti delle persone migranti, al contrario crea proprio le condizioni per il loro proseguimento, agevolando indirettamente pratiche di sfruttamento e di tortura consumate regolarmente e tali da costituire crimini contro l’umanità, così come definito dalla Missione d'inchiesta indipendente delle Nazioni Unite.
È urgente che l’Italia è l’Europa riconoscano le proprie responsabilità e non rinnovino gli accordi con la Libia.
L’illustrazione in copertina è dall’artista Mauro Biani, fornita per la mobilitazione #NonSonoDaccordo.