Nascosti in Piena Vista: cosa accade ai minori stranieri soli a 18 anni 

Gianfranco Ferraro per Save the Children

In occasione della Giornata Internazionale del Migrante, pubblichiamo il rapporto “Nascosti in Piena Vista, che quest’anno si concentra sul compimento dei 18 anni e il passaggio alla vita adulta, evidenziando come questo momento rappresenti una soglia critica e spesso traumatica per i minori stranieri non accompagnati, che spesso vedono interrotto il loro percorso di crescita in Italia.

I ragazzi stranieri soli una volta maggiorenni si scontrano con ostacoli burocratici e difficoltà di inserimento lavorativo e abitativo. Tra le sliding doors analizzate in “Nascosti in Piena Vista” rientra l’accertamento dell’età, l’accoglienza, l’apertura della tutela e il rilascio del permesso di soggiorno.

Nascosti in Piena Vista

I minorenni sono sempre più coinvolti nelle migrazioni: sappiamo che tra il 2014 e il 2024 sono arrivati in Italia, da soli, via mare, 127.662 minori stranieri non accompagnati (MSNA). Sono in prevalenza adolescenti e preadolescenti, ma in alcuni casi anche bambini, con una media di 11.600 arrivi l’anno.

Per cercare di far luce sulla condizione di questi minori, che dopo aver affrontato terribili e rischiosi viaggi in fuga da guerra e povertà, continuano un percorso pieno di ostacoli e difficoltà, affrontiamo il tema nella quarta edizione del rapporto “Nascosti in Piena Vista”: cosa accade ai minori stranieri soli al compimento dei 18 anni?

In Italia sono presenti nel sistema di accoglienza e protezione 19.215 minori stranieri non accompagnati. Oltre il 75% ha tra i 16 (23,75%) e i 17 anni (52,15%), il 13,66% tra 7 e 14 anni e solo l’1,65% è nella fascia 0-6 anni. L'analisi di “Nascosti in Piena Vista” fotografa il forte rischio di esclusione e di perdita nell’ombra dei neo-diciottenni, per difficoltà e ritardi burocratici che, sommandosi a quelli sull’accoglienza e alla nomina del tutore, possono riguardare il prosieguo amministrativo, il rilascio del parere e la conversione del permesso di soggiorno alla maggiore età, o la procedura di riconoscimento della protezione internazionale.

Fino al 30 settembre 2024, più di un minore su 4 nel sistema di accoglienza era ospitato in grandi centri, tra cui strutture temporanee ed emergenziali, di questi oltre il 6% (252) in strutture per adulti.

Frontiera 18: una soglia critica per i ragazzi stranieri soli

Al compimento dei 18 anni tutti i nodi vengono al pettine e le strade si biforcano. La mancanza di documenti o il ritardo nel loro rilascio può rallentare significativamente il percorso di inclusione. Ciò porta a creare una situazione di grande incertezza per i giovani, limitando le loro opportunità di accesso al lavoro, ai servizi, anche sanitari, e alla formazione. Vi sono ragazzi e ragazze che, attraverso il cosiddetto prosieguo amministrativo, ottengono dal Tribunale per i Minorenni la possibilità di continuare ad essere sostenuti fino ai 21 anni nell’accesso al lavoro, negli studi o nella ricerca di un’abitazione. Storie che testimoniano come una buona rete di accoglienza e inclusione possa fare la differenza. Al 17 ottobre 2024 risultano attivi 1.601 prosiegui. 

“Purtroppo, in molti casi le cose non funzionano così. Tutti gli ostacoli che incontrano dal momento della fuoriuscita dalla struttura di accoglienza – la difficoltà di prendere una stanza in affitto, di aprire un conto in banca, di svolgere un tirocinio o avere un contratto di lavoro in attesa della conclusione dell’iter per il permesso di soggiorno - fanno sì che i ragazzi possano facilmente cadere nelle reti dello sfruttamento, del lavoro nero e della microcriminalità. Senza reti di supporto e senza tutele, i neomaggiorenni restano esposti a situazioni di marginalità. È necessario assicurare a tutti i minori che giungono in Italia da soli senza genitori o figure di riferimento un percorso di accoglienza, protezione e inclusione che li accompagni all’età adulta, con il sostegno della comunità. Perché ciò avvenga, è importante che ognuno faccia la sua parte, fin dal momento del loro arrivo” ha sottolineato Antonella Inverno, Responsabile ricerca e analisi dati di Save the Children.

Nel corso del 2023, 11.700 neo-diciottenni sono usciti dal sistema di accoglienza e protezione. Nello stesso anno i permessi rilasciati a seguito di conversione dal permesso per minore età sono stati 1.366. Come racconta Omar, intervistato nel mese di luglio: "Sto aspettando dicembre per il rinnovo dei documenti. Ho fatto le impronte e ora aspetto". L'ansia legata ai lunghi tempi di attesa per il rinnovo dei documenti è un elemento comune e fonte di stress per molti giovani, che vedono il loro futuro appeso alla validità di quei documenti.

Ragazzi stranieri soli: ostacoli burocratici e difficoltà

A fissare i pilastri di una buona accoglienza ci pensa la legge 47 del 2017. Purtroppo, però, non sempre viene rispettata.

  • Il primo elemento di ostacolo per i ragazzi stranieri soli in Italia è l'accertamento dell'età: il rischio di essere identificati come adulti implica, infatti, diverse criticità, tra cui il possibile inserimento nella cosiddetta "procedura accelerata". Questa procedura viene portata avanti direttamente in frontiera per chi viene da Paesi considerati sicuri, per il riconoscimento della protezione internazionale.

Tra i ragazzi intervistati per la nostra ricerca, alcuni hanno evidenziato l’impatto di questi errori sulle loro vite. Ad esempio, Jordan, un ragazzo guineano di 16 anni, inizialmente registrato come maggiorenne, che ha spiegato: “A Lampedusa ho detto che sono minorenne, ma mi dicevano che non era vero perché sono alto. E ancora adesso ci sono tante persone che non mi credono solo perché sono alto”.

  • L'apertura della tutela e il primo rilascio del permesso di soggiorno sono i due passaggi fondamentali per avviare il percorso di inclusione di un minore straniero non accompagnato, ma la lunga gestione dei documenti burocratici, spesso ostacolano e compromettono l’intero processo.

Sempre nei primi sei mesi del 2024, a fronte di 6.694 ingressi, è stato chiesto il rilascio di 11.449 permessi di soggiorno per minore età, coinvolgendo evidentemente le richieste dei minorenni arrivati nel 2023 in Italia e non ancora in possesso di un primo permesso. I minorenni per i quali sono state effettuate le richieste provengono principalmente da Egitto (2.583), Gambia (1.659) e Tunisia (1.523) e nel 94% dei casi sono maschi. Le Questure coinvolte maggiormente sono quelle di Agrigento (890), Trapani (488), Udine (439), Trento (420).

  • Uno dei fattori che fa la differenza nel percorso di accoglienza e integrazione di un minore solo è avere o meno un rappresentante legale. Per un ragazzo straniero solo, rappresenta un punto di riferimento importante che vigili sul rispetto dei suoi diritti, e rientra tra le figure previste ma nella realtà la situazione spesso è diversa. Spesso è il tutore pro-tempore della comunità di accoglienza a dover ricoprire questo ruolo per lunghi periodi, talvolta fino al compimento del diciottesimo anno e per tanti giovani contemporaneamente.

Sistema di accoglienza: tra norme e realtà

Solo poco più di un minorenne su due (58,1%) a giugno 2024 era accolto in centri di seconda accoglienza, SAI o extra SAI.  Ciò significa che i minori stranieri non accompagnati sono spesso ospitati nei centri di accoglienza straordinaria (CAS minori) o in altre tipologie di strutture emergenziali. In queste strutture sono garantiti solo servizi di base e i minori stranieri dovrebbero restare solo per il tempo necessario al trasferimento nelle strutture SAI, in quanto inadatti a rispondere alle esigenze di ragazzi e ragazze per periodi più lunghi.

Risulta scarsamente applicato per i minori non accompagnati il ricorso all’affido familiare, promosso dalla legge 47 del 2017 come prioritario rispetto alle strutture: a giugno 2024 appena il 20,4% dei minorenni presenti in Italia risultavano accolti in famiglia, ma di questi ben l’87% è rappresentato da minori ucraini.

Sebbene incida anche destinazione finale dei ragazzi, non devono, dunque, stupire i dati sugli allontanamenti volontari: dal 1° gennaio al 30 settembre 2024 dei 6.610 allontanamenti volontari dalle strutture registrati, il 25%, pari a circa 1.650 minori, è uscito definitivamente dal sistema di accoglienza, con tutti i rischi che questo comporta.

Civico Zero

Di fronte a queste sfide, l’esperienza del programma Civico Zero e di altre nostre progettualità insegnano l’importanza di costruire percorsi di protezione e inclusione che siano centrati sull’ascolto dei minori, personalizzati, accompagnati, monitorati e frutto di sinergie e di un solido lavoro di rete a livello territoriale e con le Istituzioni. Questi progetti offrono supporto, orientamento e protezione ai minori stranieri non accompagnati e neomaggiorenni, con particolare attenzione ai minori a rischio di marginalizzazione, esclusione sociale e devianza.

In Italia ci sono 4 centri Civico Zero, a Torino, Milano, Roma e Catania. Nel 2024 sono 2677 i beneficiari totali del Programma, dei quali 1524 minori e 1153 giovani adulti in un range di età che varia dai 14 ai 21 anni.

Per approfondire:

Chi ha letto questo articolo ha visitato anche