Dall’adozione dell’Agenda 2030 nel 2015, sono stati fatti alcuni progressi ma siamo ben lontani dal raggiungimento del secondo Obiettivo di Sviluppo Sostenibile, “Fame Zero”, che prevede di porre fine alla fame, assicurare la sicurezza alimentare e migliorare la nutrizione per tutti.
L’insicurezza alimentare determina delle conseguenze profonde e di lungo periodo sulla crescita e lo sviluppo dei bambini con un impatto diretto sul loro stato nutrizionale, esponendoli al rischio di mortalità durante l’infanzia e la prima infanzia e a malattie croniche in età avanzata come il colera, malattie respiratorie o il morbillo, e ritardi nello sviluppo cognitivo. Anche una condizione di malnutrizione nelle donne in gravidanza o allattamento ha delle ripercussioni sullo stato di salute dei figli, poiché le donne malnutrite corrono un rischio maggiore di dare alla luce bambini con basso peso alla nascita, più soggetti a malattie, malnutrizione e mortalità durante l’infanzia e la prima infanzia e a rischio di malattie croniche in età avanzata.
Sono necessarie azioni volte non solo a salvare vite nell’immediato, ma anche ad affrontare le cause strutturali dell’emergenza fame.