Secondo i dati del Ministero dell’Interno, a fronte dei 24.291 migranti sbarcati in Italia tra gennaio e marzo, nel periodo compreso tra il 1° aprile e il 30 giugno sono state soccorse e assistite 59.460 persone, dando evidenza di un trend costantemente al di sopra di quello registrato nel trimestre precedente, con un incremento di circa il 145%.
A maggio il tipico exploit che accompagna l’insediarsi della bella stagione: se 12.943 sono state le persone assistite ad aprile, 22.993 sono state quelle di maggio e 23.524 quelle di giugno. Quasi 8.000 sono stati i minori soli che hanno attraversato la rotta del Mediterraneo centrale (1.699 ad aprile, 3.172 a maggio e 3.094 a giugno). Le principali nazionalità sono state quella eritrea, bengalese, ivoriana e guineana.
Tra le principali novità del trimestre di riferimento, da segnalare la ripresa del flusso di migranti siriani, soprattutto famiglie, come indica la crescita del numero dei minori siriani accompagnati: solo nel secondo trimestre sono stati 202 i minori che sono arrivati in Italia accompagnati dalla propria famiglia, a fronte dei 231 arrivati dall’inizio dell’anno.
Altra novità che Save the Children ha segnalato rispetto agli sbarchi è stato l’importante incremento negli sbarchi spontanei (oltre 25 nel trimestre di riferimento). Secondo quanto rilevato dagli operatori attivi in frontiera Sud, i migranti, principalmente nuclei familiari, salpano dai porti turchi di Smirne o Izmir, imbarcandosi per la rotta Egeo-Jonica in traversate che durano anche una settimana. Si tratta di migranti iracheni e pakistani e, a seguire, somali, iraniani e afghani.
Al fine di intraprendere il viaggio le famiglie pagano somme cospicue, che si aggirano tra i 5.000 e i 6.000 €, pari al triplo dei costi sostenuti per attraversare la rotta del Mediterraneo centrale. Rispetto all’accoglienza dei minori che soli raggiungono l’Italia, dopo l’approvazione della legge n. 47/2017 avvenuta lo scorso 29 marzo, nota come Legge Zampa, Save the Children ha rilevato lo stato di attuazione della novella normativa nei territori di intervento, identificando diverse disfunzioni:
- Disomogeneità dei procedimenti di identificazione dei minori, specie nelle fasi successive allo sbarco.
- Disomogeneità dei procedimenti di accertamento dell’età, nonostante un progressivo avvicinamento delle prassi a quanto previsto dalla legge in molte città.
- Difficoltà e disomogeneità dei procedimenti di rilascio del permesso di soggiorno per minore età.
- Parziale avvio delle procedure per la predisposizione degli elenchi relativi ai tutori volontari.
- Difficoltà nell’implementazione e nella promozione dell’istituto dell’affido familiare.
- Difficoltà di coordinamento fra vari attori soprattutto nelle aree di confine della Frontiera nord-ovest.
Sulla base di queste constatazioni, Save the Children, nell’ambito dello Steering Committee di progetto, ha proposto una serie di azioni che le istituzioni dovrebbero intraprendere per garantire l’applicazione della L. 47/2017.