Voci dal campo: diario di una notte di esplosioni in Pakistan
La notte di tra venerdì 23 e sabato 24 Maggio un boato mi scuote dal sonno alle 2. Mi affaccio alla porta e la guardia di sicurezza mi approccia nervoso dicendo solo una parola: “Blast!” … esplosione. Nel silenzio della notte l’eco delle sirene delle forze dell’ordine si fa diffuso e insistente. Capisco completamente cosa stia succedendo solo la mattina. Due ordigni sono esplosi in due mercati diversi di Islamabad a breve distanza di tempo uno dall’altro. Uno frequentato soprattutto dalla classe medio alta, l’altro definibile come popolare. L’unica vittima è un guardiano dello stabile che era andato a verificare cosa fosse quella busta della spesa sospetta che aveva attirato il suo sguardo. Per quanto l’analisi di questi eventi “a bassa intensità” sia ancora in corso e le autorità non abbiano rilasciato un comunicato ufficiale l’opinione comune è che si tratti di un segnale da parte dei Talebani all’attività dell’esercito Pakistano nella regione del North Waziristan. L’esercito non sembra intenzionato a scendere a patti con questa minaccia e con ogni probabilità continuerà le operazioni nella regione. Quali potrebbero essere le conseguenze in termini di attentati a Islamabad e nelle altre città principali del paese è una domanda che preoccupa la nostra organizzazione.
Un'altra domanda però è sul nostro tavolo da quando è avvenuta l'esplosione. Quali potrebbero essere le conseguenze di un inasprimento del conflitto tra esercito e Talebani per le famiglie e i bambini dei villaggi dei distretti coinvolti.
Stiamo lavorando in questi giorni con Save the Children Pakistan per organizzare il team di emergenza perché sia pronto a rispondere in maniera tempestiva e organizzata nell’eventualità di una crisi. In un primo momento la preoccupazione principale era l’avvicinarsi del periodo delle piogge monsoniche e delle conseguenti possibili alluvioni. Ora una nuova possibile crisi deve essere presa in considerazione con attenzione.