Un importante risultato nel quartiere Arghillà di Reggio Calabria
Il quartiere Arghillà a Reggio Calabria è sinonimo di estrema fragilità sociale, dovuta ad una miscela esplosiva di concentramento di un’alta percentuale di persone con basso livello socio-economico e bassa scolarizzazione, assenza di politiche di sostegno sociale e mancati interventi di riqualificazione urbana. Questo mix di cause determina un basso capitale sociale, in termini di accesso alle risorse sociali, economiche e culturali del territorio, lasciando le persone in una condizione di esclusione sociale strutturale.
Le occupazioni di Arghillà
Il territorio è interessato da quasi un decennio da situazioni di occupazioni nel complesso di edilizia residenziale pubblica di Arghillà Nord, adiacente alla piazza di Modenelle, oggi dedicata a Don Italo Calabrò. Intere famiglie che vivono in una situazione di precarietà e disagio abitativo, che spesso e volentieri comporta la compressione di diritti fondamentali dei minorenni coinvolti.
La situazione dei minori più svantaggiati
In un paese dove la povertà minorile rappresenta una vera emergenza, tantissimi bambini vivono in alloggi di fortuna, senza la possibilità di crescere in salute e sicurezza. Sempre più spesso, al Nord come al Sud, nei quartieri più svantaggiati, ci troviamo a fronteggiare, con le associazioni e i servizi sociali territoriali, casi di emergenza abitativa che colpiscono i bambini, con conseguenze molto gravi per la loro salute, il percorso scolastico, la vita familiare. Per loro è indispensabile rafforzare gli strumenti di protezione.
Il provvedimento del comune
Per esempio, è importante segnalare un recente e rilevante provvedimento del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, con cui proprio ad Arghillà è stata concessa l’iscrizione anagrafica ad una mamma e alle sue figlie minori, in base alla possibilità - riservata ai sindaci dall’art. 5 della Legge 80/2014 - di derogare al divieto di iscrizione anagrafica per chi, seppur per necessità, occupa abusivamente degli alloggi, laddove si tratti di nuclei familiari con dei minorenni, a tutela delle loro condizioni igienico-sanitarie.
Diritto alla residenza
Si consideri che il diritto alla residenza, ovvero il diritto ad essere iscritti alle liste anagrafiche tenute dai comuni, è un diritto soggettivo (come attestato dalle S.U. della Cassazione con la sent. 449/2000), cui è ricollegata la possibilità di esercitare concretamente molti diritti fondamentali riconosciuti e garantiti a tutti i cittadini dalla Carta Costituzionale. Fra questi alcuni sono particolarmente rilevanti per i minori: senza la residenza non si può accedere al Servizio Sanitario Nazionale e non si può scegliere un pediatra di base; senza residenza non si ha accesso ai servizi di welfare locale. Inoltre, senza residenza non si ha diritto alla scuola di prossimità territoriale.
Una testimonianza da Reggio Calabria
“Grande giornata oggi per tutti noi del coordinamento di quartiere di Arghillà ma soprattutto per la signora XXX e le sue due bambine, che finalmente potranno avere i loro documenti di identità, il loro medico di famiglia, l’assistenza familiare etc etc, grazie al provvedimento del Sindaco che, per la prima volta nella storia cittadina (e tra le prime in Italia) l’ha concesso su nostra istanza, restituendo alla signora e alle sue bambine i diritti costituzionalmente garantiti! Grazie anche a Voi di Save the Children che ci avete supportato fin dall’inizio”.
Questo il commento soddisfatto dello Sportello Sociale del Coordinamento di quartiere, che ha presentato, oltre a quella della mamma, più di 200 istanze di regolarizzazione per aiutare i cittadini di Arghillà a rientrare nella legalità, proponendo progetti di sviluppo socio economico ed educativo, oltre che lottare con loro per i diritti fondamentali, quali la residenza, l’acqua, l’ambiente, l’illuminazione.