Superare le disuguaglianze per sconfiggere la mortalità infantile
Nonostante gli sforzi fatti per prevenire la mortalità infantile, i gruppi di bambini più svantaggiati socialmente ed economicamente sono stati lasciati indietro rispetto a quelli più fortunati. Fra questi bambini di alcune aree del mondo, si registrano un incremento della mortalità infantile e differenze crescenti nelle condizioni di vita e salute rispetto ai coetanei con un migliore status socio-economico.
Questo è ciò che emerge dall'analisi del rapporto The Lottery of Birth, basato sui dati raccolti in 87 paesi con basso e medio reddito. Secondo il rapporto, nel 75% di questi paesi la disuguaglianza rispetto ai livelli di sopravvivenza infantile è in aumento. Se non faremo immediatamente qualcosa, questa situazione non migliorerà con il tempo e molti bambini moriranno a causa di malattie curabili e prevenibili. Nonostante questi dati allarmanti, bisogna anche sottolineare i miglioramenti fatti negli ultimi anni in paesi come Ruanda, Malawi, Messico o Banglandesh, dove il tasso di mortalità infantile è sceso notevolmente. Bastano infatti interventi mirati e soluzioni semplici per salvare la vita di milioni di bambini.
Vite come quella di Jalil che è arrivato in clinica con la sua mamma Amina, disidratato con una fortissima diarrea (una delle principali cause di morte tra i bambini sotto i cinque anni). Amina e Jalil vivono nel nord della Nigeria, dove i tassi di mortalità infantile sono molto alti. Il bambino ha cominciato a rifiutare il cibo, era debole ed emaciato. La madre ha così deciso di portarlo in clinica per un programma terapeutico.
Quando siamo arrivati alla clinica, è stato esaminato. Mi hanno dato medicine e latte nutriente arricchito per nutrilo. In seguito la situazione è cambiata radicalmente. Ora è paffuto e sta diventando sempre più grande. Prima ero senza speranza, ma ora sono così felice.
La clinica in cui Jalil è stato curato si trova nel parco di un ospedale governativo. Quando Amina era incinta di Jalil non ha avuto assistenza prenatale e ha partorito a casa. Tuttavia, dopo il successo del trattamento con il suo primo figlio Amina, che era incinta del suo secondo figlio, ha iniziato ad andare in ospedale per cure prenatali e ha scelto di avere la sua bambina in clinica. Poi c'è Rabia, che ha sette mesi e nella foto è felice dopo aver mangiato del cibo altamente proteico a base di burro d'arachidi. Quando sua madre Laila la ha portato al centro, Rabia era molto debole.
Aveva la tosse e la febbre da tre settimane. Era molto malata, sentivo che non ce l'avrebbe fatta. Potevo vedere le sue ossa, distinguere quelle della schiena. In venti giorni è passata dall'essere sana a molto malata.
Dopo due settimane in clinica, Rabia è il ritratto della salute. Per prevenire la mortalità infantile è inoltre importante preparare e seguire le mamme durante tutto il percorso della gravidanza e nei primi anni di vita dei bambini. Edna ha diciotto anni, vive con la figlia Heloise a casa di sua suocera in una cittadina nello stato di Pernambuco, nel nord-est del Brasile. Il Brasile è una delle più grandi economie del mondo, ma vi è ancora molta disuguaglianza e le zone a nord e nord-est sono in ritardo rispetto al resto del paese.Edna beneficia del progetto Mãe Coruja, che è gestito dal governo statale. Il progetto si propone di aiutare i bambini a sopravvivere e crescere sani, fornendo assistenza sanitaria alle donne in gravidanza e bambini sotto i cinque anni. Le donne come Edna possono iscriversi a corsi di cucina e apprendere le competenze per migliorare il proprio reddito.
Ho scoperto Mãe Coruja attraverso un'amica di mia sorella e il sostegno che hanno dato a me e al mio bambino è stato prezioso. Mãe Coruja spiega attraverso libricini, conferenze e workshop come prendersi cura dei bambini e sono loro stessi ad assicurarsi che ricevano tutti vaccini.
Il cambiamento è dunque possibile, secondo il rapporto The Lottery of Birth le politiche e gli interventi capaci di raggiungere tutti i bambini producono, infatti, una riduzione dei tassi di mortalità infantile del 6% più veloce, nel mondo.