Sudan: 3 mesi di scontri terrificanti
Dopo quasi tre mesi di conflitto in Sudan, recenti testimonianze dal Darfur occidentale dipingono un quadro terrificante di bambini, uomini e donne uccisi a decine, persone armate che entrano nei villaggi, saccheggiano e bruciano le case e sparano sui residenti in fuga.
3 mesi di scontri e violenze in Sudan
Tantissimi bambini e adulti sarebbero stati attaccati durante l’escalation di violenze nella regione sudanese del Darfur.
In un Rapporto si parla di 20 bambini uccisi in una città del Darfur occidentale. A maggio, in un altro attacco nella stessa regione, documentato da Human Rights Watch, almeno 40 civili sono stati uccisi e 14 feriti, tra cui cinque donne e quattro bambini.
Nel Darfur meridionale, secondo il governo sudanese, 30 civili sono stati uccisi e 45 feriti tra il 23 e il 27 giugno a causa degli scontri nella città di Nyala. Uomini armati hanno poi saccheggiato e bruciato la maggior parte della città, costringendo migliaia di residenti a fuggire attraverso il confine con il Ciad. In tutto il Darfur, l'aumento dei combattimenti ha limitato in modo significativo l'accesso umanitario. Secondo le Nazioni Unite, più di 3,1 milioni di persone sono state sfollate dall'escalation di violenza di aprile, tra cui oltre 700 mila sono fuggite nei Paesi vicini.
Corpi dei bambini abbandonati per strada
I nostri operatori, costretti a scappare dalla città di Geneina, raccontano di aver visto i corpi di centinaia di persone. Donne, uomini e anche bambini e bambine, abbandonati lungo la strada e coperti di mosche, sottolineando come fosse difficoltoso riconoscerne l'età o il sesso delle vittime. A Genenia molte strutture civili sono state distrutte o rase al suolo, con scuole prese di mira e abbattute. I leader della città di Geneina hanno stimato che oltre 5 mila persone sono state uccise e altre 4 scuole sono state saccheggiate e rase al suolo.
Ahmed, che lavora nel nostro team nel Darfur occidentale, recentemente fuggito dalle violenze, ci racconta la situazione terrificante che ha vissuto e visto con i suoi occhi: "Abbiamo trascorso 49 giorni al chiuso perché fuori i cecchini non si fermavano. Quando finalmente siamo riusciti ad andarcene, nella città di Geneina c'erano corpi ovunque. C'erano migliaia di uomini, donne e bambini, nessuno è stato risparmiato. Tutto ciò a cui riesco a pensare è che le persone hanno bisogno di un sostegno urgente in questo momento".
Cosa chiediamo
Gli scontri e le conseguenti uccisioni che si stanno verificando in Darfur ricordano tristemente gli omicidi su scala di massa a cui il mondo ha assistito due decenni fa. Il Sudan stava già affrontando la peggiore crisi umanitaria di sempre, a causa del conflitto in corso, di disastri naturali, epidemie e degrado economico, che hanno lasciato 15,8 milioni di persone in stato di bisogno, un terzo della popolazione. Chiediamo alle parti un’immediata cessazione delle ostilità e l'apertura dell'assistenza umanitaria tran-sfrontaliera.
Operiamo in Sudan dal 1983 sostenendo bambini e famiglie colpiti da conflitti, sfollamenti, povertà estrema, fame e mancanza di servizi di base. Molti dei bambini e delle famiglie che l’Organizzazione assiste sono tra i più vulnerabili e difficili da raggiungere.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.