Sud Sudan: Grace può riabbracciare le sue bambine
Quando scoppia una guerra, quando le persone sono costrette a fuggire per cercare salvezza, è inevitabile che molte famiglie vengano separate e si perdano nella confusione. È quello che sta accadendo in Sud Sudan, dove dal dicembre 2013 è scoppiato un conflitto che ha scatenato una tremenda crisi umanitaria.Oltre 1.6 milioni di sud sudanesi sono sfollati interni e circa 650 mila persone hanno trovato salvezza nei paesi vicini.
Circa il 65% dei rifugiati e degli sfollati interni sono bambini e di essi oltre8.500 bambini vivono separati dalle loro mamme e dai loro papà, portando con loro i fratelli o a volte completamente soli.
Anche Rebecca e Abi, di 6 e 5 anni, hanno vissuto questa esperienza tremenda. Sono state costrette a fuggire con la famiglia dal loro villaggio, a causa delle violenze in corso. Nel caos della fuga hanno perso i loro genitori, vivendo nel timore di non rivederli mai più.
Grazie al nostro lavoro, dopo quasi due anni, le piccole hanno potuto finalmente riabbracciare la loro mamma Grace. In questo video le immagini del loro toccante ricongiungimento dopo così tanto tempo.
Rintracciare le famiglie può sembrare un lavoro semplice, ma quando le persone sfollate sono milioni è un compito enorme.
Bisogna investigare per capire cosa è successo ai genitori, che spesso risultano poi morti a causa della guerra. Anche se sono vivi, i bambini a volte non sono in grado di dare dettagli, perché sono troppo piccoli per ricordare i nomi delle strade o delle città o sono troppo traumatizzati per parlare e troppo spaventati per ricordare.
In Sud Sudan la nostra organizzazione coordina un complesso programma che coinvolge oltre 20 agenzie nazionali e internazionali per rispondere ai bisogni del bambini non accompagnati o separati dai loro genitori e da chi si prende cura di loro.
È un lavoro davvero complesso - operiamo in molte aree di difficile accesso perché remote, o colpite da alluvioni e dal conflitto in corso –e finora siamo riusciti a ricongiungere 4.000 bambini con le loro famiglie all’interno del Sud Sudan. Il nostro impegno è non fermarci finché altri bambini come Rebecca e Abi non stringeranno di nuovo tra le braccia la loro famiglia.