Progetto Futura: contrasto alla povertà educativa di genere
In Italia, più di 2 milioni di bambine, bambini, ragazze e ragazzi vivono in condizioni di povertà assoluta o relativa, e sono esposti al rischio di scontare questo svantaggio anche nel loro percorso educativo verso l’età adulta e l’autonomia, e di trovarsi senza le risorse necessarie per spezzare il circuito vizioso tra povertà economica e povertà educativa.
Per contrastare la povertà educativa in una prospettiva di genere, oggi a Roma presentiamo il progetto pilota FUTURA, che insieme a Forum Disuguaglianze e Diversità e YOLK™, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, abbiamo avviato per contribuire concretamente a rimuovere gli ostacoli che impediscono a ragazze e giovani donne che vivono in condizioni di svantaggio socio-economico di far fiorire talenti e aspirazioninei percorsi scolastici, in quelli lavorativi e di conciliare, in alcuni casi, il percorso professionale con la maternità.
Progetto Futura e l’empowerment femminile
300 doti educative e percorsi di accompagnamento personalizzati, misurabili nei risultati, per ragazze e giovani tra i 13 e i 24 anni in tre territori caratterizzati dallo svantaggio socio-economico nelle città di Napoli, Roma e Venezia. I Piani educativi personalizzati sono definiti a partire dai bisogni, inclinazioni e aspirazioni specifiche di ciascuna persona destinataria dell’intervento stesso, e prevedono la predisposizione e la fornitura di beni o servizi. Tra gli obiettivi il sostegno al conseguimento del titolo di studio o al reinserimento in un percorso formativo, il percorso di professionalizzazione ed emancipazione, e un sostegno specifico a giovani mamme per l’accesso al mondo del lavoro e la cura dei figli.
É questa la sfida che il progetto FUTURA intende raccogliere, come è stato sottolineato oggi nell’evento di presentazione, al quale hanno preso parte Luca Cordero di Montezemolo, Carlo Messina - Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, Claudio Tesauro - Presidente di Save the Children Italia, Andrea Morniroli - Co-coordinatore nazionale Forum Disuguaglianze e Diversità, Clementina Cordero di Montezemolo - Presidente YOLK™ e Linda Laura Sabbadini – Direttrice DIRM-ISTAT e membro del Comitato Scientifico progetto FUTURA, con la moderazione dalla giornalista Marianna Aprile.
Contrastare la povertà educativa in una prospettiva di genere
Il progetto pilota, che avrà la durata di due anni, avviato nelle città di Napoli, Roma e Venezia, prevede una presa in carico integrata, in collaborazione con le famiglie, la scuola, i servizi sociali e le associazioni attive sul territorio, di un totale di 300 ragazze e giovani donne, 100 per ciascuno dei 3 territori individuati, tra cui 50 giovani madri.
Le fasce di età di riferimento comprendono le adolescenti, tra i 13 e i 18 anni, con focus relativo al conseguimento del titolo di studio o al reinserimento in un percorso formativo, e le giovani tra i 18 e i 24 anni, in riferimento al percorso di professionalizzazione ed emancipazione.
Le giovani mamme, beneficeranno di un sostegno ad “alta intensità” di accompagnamento rispetto ai bisogni concreti collegati all’accesso al mondo del lavoro e alla cura dei figli, che include anche attività laboratoriali per rinforzare il grado di autonomia e percorsi mamma-bambino per favorire una genitorialità positiva.
“È indispensabile rafforzare l’impegno per contrastare la povertà educativa che rischia di bloccare sul nascere le aspirazioni dei ragazzi e, in particolare, delle ragazze che crescono nel nostro Paese. Per queste ragioni nasce FUTURA, con l’obiettivo ambizioso di sperimentare un modello di intervento che fa leva sulle risorse educative e sociali dei territori e sul protagonismo delle ragazze e delle giovani donne” ha dichiarato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia.
Tutti possono sostenere il progetto FUTURA con il proprio contributo attraverso la piattaforma di raccolta fondi di Intesa Sanpaolo.
Alcuni dati sulla povertà educativa di genere
Guardando la serie storica di alcuni indicatori che caratterizzano la povertà educativa, il quadro non sembra particolarmente mutato negli ultimi dieci anni: nonostante l’interesse da parte di istituzioni e società civile al fenomeno, le politiche messe in campo non sembrano essere state sufficientemente efficaci a contrastare il contraccolpo delle crisi che hanno investito il Paese, non riuscendo a ridurre i divari sociali e territoriali presenti nel Paese.
Divari che si intrecciano anche con il divario di genere, come dimostrano le 870.000 ragazze e giovani donne tra i 15 e i 29 anni, più di 1 su 5, ovvero io 20,5%, che si ritrovano sospese nel limbo dei NEET, in una proporzione maggiore rispetto agli uomini della stessa età 17,7%. Una disparità nel raggiungimento dell’autonomia che si conferma anche negli anni successivi: il 23,2% delle giovani donne tra 25 e 34 anni risulta infatti inattiva, e tra le giovani madri meno di una su due è occupata, cioè il 45%, in un’età in cui la partecipazione al mercato del lavoro e alla vita attiva dovrebbe, al contrario, essere massima. Il loro accesso all’occupazione mostra una relazione diretta con il livello del titolo di studio conseguito, e con la presenza dei figli.
Tutto questo avviene anche se nel percorso scolastico le ragazze conseguono risultati finali più brillanti nei diversi step, laureandosi anche in percentuale maggiore: il 33,3% delle giovani 30-34enni sono laureate rispetto al 20,4% dei giovani. Va però notato che le ragazze costituiscono la maggior parte degli iscritti ai licei, ovvero il 60,5%, contro il 39,5% di maschi, mentre sono in minoranza negli istituti tecnici (30%) o professionali (42,8%), e solo 1 laureata su 6 ha conseguito il titolo in una delle cosiddette aree STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), che afferiscono a settori con maggior richiesta di profili qualificati, contro una percentuale doppia nel caso dei laureati (1 su 3).
Progetto Futura: il video con le testimonianze delle giovani donne
Per approfondire leggi il comunicato stampa.