Matrimoni precoci: dal Nepal la storia di speranza di Seema
Seema vive in Nepal nel distretto di Pyuthan, si è appena iscritta alla scuola superiore e desidera continuare i suoi studi concentrandosi sul suo avvenire. Apparentemente una storia normale, come tante altre, se non fosse che Seema, l’anno scorso, stava per sposarsi a soli 14 anni.
Nel distretto di Pyuthan, infatti, circa il 33% delle ragazze sono costrette a matrimoni precoci e a porre fine ai propri sogni.
Così la ragazza ci racconta:
Non volevo sposarmi. Sebbene avessi provato a convincere la mia famiglia, mi dissero che non mi era permesso prendere alcuna decisione in merito. Confidai quello che provavo a Saraswati e Goma nel nostro child club. Questo è il motivo per cui sono venuti a salvarmi con gli altri il giorno delle nozze. Dichiarai che ero stata costretta a sposarmi e che invece avrei voluto continuare a studiare, così la polizia e i leader locali dissero ai miei genitori di fermare il matrimonio.
Quella mattina, infatti, la famiglia di Seema stava quasi per finire il banchetto che, come da tradizione, era stato inviato loro dallo sposo: il futuro marito sarebbe giunto per il rituale una volta finito di mangiare, ma qualcuno prima di lui arrivò sul posto.
I rappresentanti dello Swargardwari Child Club insieme agli studenti della scuola superiore Mandavi, alla polizia locale, ai rappresentanti del Kalika Development Center e ai leader locali giunsero giusto in tempo per fermare le nozze e per ribadire che questo matrimonio precoce violava i diritti minorili della ragazza.
Seema è stata fortunata a essere salvata da una tragica situazione che l’avrebbe perseguitata per tutta la vita, e la sua storia dona tanta speranza a quelle adolescenti che tentano con forza di rompere lo schema dei matrimoni precoci.
Da questo episodio, infatti, una campagna anti-matrimonio precoce ha preso sempre più piede a Arkha VDC (Village Development Committee) per poi espandersi in altri quattro villaggi nel distretto di Pyuthan: Barjibang, Sari, Belbas, e Gothibang.
Inizialmente la campagna è stata condotta da associazioni giovanili locali, per poi essere fortemente appoggiata dalle comunità, istituzioni locali e dai nostri partner e stakeholder territoriali: l'obiettivo è quello di rendere l'intero distretto libero dai matrimoni precoci.