Maternità in Italia: le nostre raccomandazioni
Investire sul futuro significa garantire che i genitori, e in particolare le madri, siano sostenuti da adeguate politiche che favoriscono l’equilibrio tra vita professionale e privata, in particolare delle donne, a partire da forme di lavoro flessibile, congedi parentali e di paternità e una adeguata copertura di servizi educativi per l’infanzia.
Dal documento di ricerca “Le equilibriste, la maternità in Italia” elaborato dall’Organizzazione emerge invece un’Italia in cui le madri si trovano ad essere equilibriste tra vita privata e lavorativa.
Riteniamo che investire nella tutela e promozione della maternità, così come nell’infanzia, sia un importante investimento per il futuro del Paese, da un punto di vista economico e sociale.
Qui di seguito le nostre raccomandazioni, al Governo prossimo in carica, per permettere un giusto equilibrio tra famiglia e lavoro:
- Garantire che i servizi educativi per la prima infanzia diventino un diritto di tutti, rafforzandone in modo strutturale l’offerta, l’accessibilità e la qualità. In Italia, infatti, la dotazione di posti disponibili, il 22,8 per 100 bambini, è tuttora lontana dalla quota di posti fissata come obiettivo strategico dall’Unione europea cioè il raggiungimento della soglia del 33%;
- Promuovere misure a sostegno della genitorialità che non siano una tantum ma strutturali. In Italia le misure politiche a sostegno della maternità si sostanziano sotto forma di bonus: bonus bebè, bonus “mamme domani”, il voucher babysitter e il bonus asilo nido. Oltre questi vi sono i congedi parentali e di paternità. Tuttavia queste misure limitate nel tempo, hanno un impatto circoscritto e dovrebbero essere investimento a sostegno di piani di lungo periodo, piuttosto che la risposta a bisogni emergenziali e individuali;
- Assicurare una cura attenta e personalizzata del percorso nascita e dei primi 1000 giorni di vita di bambini e bambine, garantendo un’attenzione precoce durante i nove mesi di gestazione alle differenti fragilità, fisiche, economiche, organizzative, linguistiche, psichiche ed emotive. La frammentazione degli standard assistenziali, la scarsa qualità delle informazioni e attenzione alla dimensione culturale e agli effetti psicologici e emotivi, i servizi che spesso non dialogano tra loro, contribuiscono a rendere complicato il percorso nascita, anche in un contesto che, dal punto di vista della sicurezza sanitaria, viene riconosciuto come uno dei migliori del mondo. Per questo occorre un coordinamento delle azioni di sostegno ai neogenitori e una migliore integrazione dei servizi sul territorio;
- Favorire l’occupazione delle madri, promuovendo nel settore privato l’introduzione del family audit. Un sistema di valutazione e certificazione delle politiche aziendali che favoriscano la conciliazione tra famiglia e lavoro. In Italia si registra una crescente attivazione del welfare aziendale attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, l’offerta di servizi per asili nido aziendali, servizi sociali, di assistenza, ricreativi e di sostegno, ma nonostante tutto è ancora una realtà limitata, in crescita sì ma non ancora sufficiente;
- Rafforzare il sistema di tutela delle lavoratrici sanzionando i fenomeni di mancato accesso al o espulsione dal mercato del lavoro per motivi legati alla maternità, segregazione orizzontale e verticale, differenziale salariale. La maternità continua infatti ad incidere sulla condizione occupazionale delle donne. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Statistico del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, il tasso di occupazione tra i 25-49enni in Italia varia sensibilmente non soltanto in base al genere, ma anche rispetto al fatto di essere o meno genitori e al numero di figli.
- Incentivare il ruolo degli uomini nel lavoro di cura sviluppando un forte impegno a livello culturale e legislativo per aumentare il coinvolgimento degli uomini nel lavoro di cura e familiare e investendo nel rafforzamento della tutela giuridica dei padri, garantendo che il congedo di paternità sia di almeno 15 giorni.
Sono queste le nostre raccomandazioni per promuovere un sistema a favore della genitorialità e delle mamme e neo mamme.