Diciamo basta all’infibulazione
Negli ultimi 3 mesi, in Somalia, c’è stato un aumento nel numero di casi di morti connesse alla pratica dell’infibulazione. Il 13 settembre, Aasiyo e Khadijo, due sorelle somale di 10 e 11 anni rispettivamente, hanno perso la vita dopo esser state sottoposte a questa pratica. Le bambine sono morte nel tragitto per raggiungere l’ospedale. Il 17 settembre, Suhayba, una bambina di 10 anni somala, è morta a causa di un’infezione contratta dopo aver subito la mutilazione genitale. Nell’ultimo periodo abbiamo soccorso 7 bambine tra i 5 e gli 8 anni, che dopo l’infibulazione hanno quasi perso la vita a causa dell’eccessivo sanguinamento.
Nel mondo sono almeno 200 milioni le ragazze e le donne che hanno subito questa pratica. L’infibulazione genitale femminile prevede la rimozione totale o parziale degli organi genitali femminili esterni. Non è una pratica medica, ma nonostante ciò è ancora diffusa tradizionalmente in differenti Paesi.
Nonostante l’impegno e gli sforzi del Governo somalo e dalla società civile per sensibilizzare le persone sui rischi e sugli effetti dell’infibulazione nella vita delle bambine, molte continuano a subirla.
Ed è dopo questi avvenimenti che i nostri colleghi di Save the Children in Somalia, hanno deciso di lanciare una dichiarazione per richiamare l’attenzione del Governo somalo e la società civile perché agiscano immediatamente per proteggere i bambini, in particolare le bambine e le ragazze, da tutte le forme di violenza e le pratiche tradizionali pericolose per la salute come l’infibulazione.
“Sono preoccupato che questa sia solo la punta dell’iceberg di un fenomeno più grande,” ha detto Timothy Bishop, Direttore di Save the Children in Somalia. “Tutto questo può essere fermato solo se le famiglie e le loro comunità si oppongono a questa pratica che mette a rischio la vita delle loro figlie”.
“Oltre agli sforzi che nascono dalla comunità è necessaria l’attuazione di leggi che proteggano le bambine dall’infibulazione e che puniscano coloro che la praticano.” Ha concluso Bishop.
Nonostante, in Somalia, il numero di bambine sottoposte all’infibulazione sia diminuito dal 98% al 90%, bisogna fare ancora molto perché questa smetta di esistere. La mutilazione genitale femminile viola il diritto alla salute delle bambine e la loro sicurezza oltre ad essere un trattamento degradante e disumano. Infine nega il diritto alla vita ogni qualvolta quest’ultima porta alla morte.
Il nostro impegno per salvaguardare i diritti di tutte le donne del mondo si esprime attraverso progetti di empowerement femminile che prevedono, ad esempio, corsi di formazione professionale per dare alle donne indipendenza economica e la sicurezza in sé stesse, valore fondamentale per l’emancipazione.