RDC: oltre 50mila bambini sfollati dall’inizio dell’anno a causa dell’escalation di violenza

Centomila persone – di cui circa 52mila bambini – sfollate dall’inizio dell’anno[1]: è il bilancio dell’escalation di violenza nell'est della Repubblica Democratica del Congo, che ha avuto inoltre ripercussioni sulle operazioni umanitarie, bloccando l'accesso degli operatori nella provincia del Nord Kivu dal 2 gennaio. Lo dichiara Save the Children, ricordando che il conflitto in corso nella RDC ha creato una delle più grandi crisi umanitarie del mondo, con quasi 7 milioni di persone sfollate, tra cui almeno 3,5 milioni di bambini, e più di 26 milioni di persone - o una persona su quattro - che hanno bisogno di assistenza.

Negli ultimi giorni sono state segnalate diverse esplosioni a Minova, un centro commerciale che ospita molte persone sfollate dal Nord Kivu, dove Save the Children sta sostenendo diverse scuole attraverso il suo programma di istruzione e sta intervenendo a supporto dei bisogni urgenti dei nuovi sfollati. I combattimenti sono stati intensi anche nei pressi di Rubaya, una città nota per le miniere che producono coltan, un minerale utilizzato nelle batterie dei veicoli elettrici e dei telefoni cellulari.

“La crisi umanitaria nella RDC è la peggiore degli ultimi decenni.  Il conflitto in corso ha bloccato diverse strade, costringendo il nostro team a ritardare una missione critica per assistere la popolazione. Tuttavia, rimaniamo sul campo, pronti a consegnare gli aiuti non appena l'accesso sarà ripristinato”, ha spiegato Greg Ramm, Direttore nazionale di Save the Children nella RDC.

“La situazione nelle province orientali di Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu è peggiorata e milioni di persone stanno già sperimentando alti livelli di insicurezza alimentare. Esortiamo tutte le parti in conflitto a dare priorità al benessere dei bambini e delle loro famiglie e a garantire il ripristino dell'accesso a tutte le aree il prima possibile”.

“La situazione umanitaria è gravissima ed è imperativo che la comunità internazionale agisca rapidamente per proteggere i civili e prevenire ulteriori violenze. Esortiamo tutte le parti coinvolte a cessare immediatamente le ostilità e a lavorare per una soluzione pacifica”, ha concluso Ramm.

Save the Children lavora nella RDC dal 1994 per rispondere ai bisogni umanitari legati all'arrivo dei rifugiati e allo sfollamento delle popolazioni a causa del conflitto armato nelle province orientali. L’Organizzazione ha intensificato la sua risposta umanitaria per sostenere i sistemi di assistenza esistenti, formando i leader locali e le comunità per prevenire e rispondere allo sfruttamento e all'abuso, e garantendo l'accesso all'assistenza sanitaria attraverso cliniche mobili. Inoltre, sta aiutando i bambini ad accedere all'istruzione di base costruendo aule, formando insegnanti e distribuendo materiale didattico. 

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