Minori stranieri in Italia: il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Lazio e Save the Children danno voce alle istanze dei minori stranieri su accoglienza, tutela e ascolto

Garantire un livello maggiore di sicurezza per i ragazzi stranieri, in particolare nella città, per contrastare i crescenti fenomeni di prepotenza e violenza nei loro confronti. Promuovere iniziative per diffondere la conoscenza dei loro diritti e avere personale specializzato a cui rivolgersi all’arrivo in Italia. Aumentare il numero di tutori e di operatori sociali, controllare e assicurare la qualità dell’assistenza nelle comunità e nei campi Rom, così come la presenza di spazi di gioco e per il tempo libero.
Queste alcune delle istanze sulle tematiche dell’“Accoglienza, tutela e ascolto dei minori stranieri in Italia”, emerse da un percorso di consultazione promosso congiuntamente dal Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Lazio e da Save the Children, i cui protagonisti sono stati i minori a cui vengono indirizzate tali politiche, in particolare quelli a più alto rischio di esclusione sociale, e presentate oggi a Roma nel corso di un convegno.
“Il percorso di consultazione è stato un’esperienza molto interessante che intendo continuare, anche grazie al supporto di Save the Children – afferma Francesco Alvaro, Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Lazio - e da esso sono emersi spunti per riflessioni e azioni”.
I ragazzi e le ragazze che hanno partecipato al percorso sono stati 12, di età compresa tra i 14 e i 18 anni, provenienti da Afghanistan, Albania, Ecuador, Moldavia, Repubblica di Guinea, Perù, Romania (tra cui Rom), italiani e di origine Rom-slava (Bosnia).
“Questi ragazzi e ragazze sono rappresentativi di un gruppo ben più ampio di minori stranieri che vivono sul territorio italiano, gruppo sempre più in crescita – afferma Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia -. Proprio nel momento in cui il Governo con i provvedimenti del pacchetto sicurezza sembra non voler considerare che tali norme hanno un impatto diretto o indiretto sui minori, è necessario strutturare una serie di politiche e prassi che assicurino la piena tutela dei loro diritti: quello alla partecipazione, alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo, alle protezione, esattamente come per i ragazzi italiani, in ossequio al principio di non-discriminazione”.
I minori stranieri regolarmente residenti sul territorio italiano, al gennaio 2007, ammontavano a 666.000, pari al 22,7% del totale degli stranieri residenti, quasi 80 mila in più rispetto all’anno precedente. Oltre la metà di tale incremento è stato determinato dalle nascite in Italia da genitori entrambi stranieri, anch’esse in rapida crescita nell’ultimo decennio, mentre la parte rimanente è costituita dai minori giunti in Italia per ricongiungimento .
I minori stranieri non accompagnati, sono passati dalla cifra di 6.629 minori nell'anno 2004 ai 7.548 nel 2007, dato che risulta tuttavia molto sottostimato in quanto ad esempio non comprende i minori neocomunitari. Si tratta prevalentemente di minori maschi e il 50,8% è rappresentato da diciassettenni, provenienti soprattutto da Marocco (19,77%), Albania (17,24%), Palestina (13,99%), Egitto (10,7%) e Afghanistan (7,18%). Nel solo comune di Roma, nell’ultimo triennio, si è assistito ad un trend di crescita dei minori stranieri non accompagnati e richiedenti asilo, che sono passati da 1.174 nel 2004 a 1.534 nel 2006. Nei primi 9 mesi del 2007, avevano già toccato quota 982. Le presenze più consistenti sono i rumeni e gli afgani, seguiti da moldavi, marocchini e albanesi. Il gruppo che ha registrato l’aumento maggiore negli ultimi anni a Roma, è senza dubbio quello afgano, passato da 32 minori del 2004 a 233 per i primi nove mesi del 2007, seguito da quello egiziano. In flessione invece la presenza di minori albanesi, bosniaci, etiopi e provenienti dalla ex Jugoslavia.
Attraverso questo percorso di consultazione, il Garante e Save the Children hanno voluto attuare e rispettare il diritto alla partecipazione sancito dall’art. 12 della Convenzione per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, in base al quale ogni stato deve garantire al minore il diritto di esprimere liberamente le sue opinioni su ogni cosa che lo riguarda, tenendo tali opinioni in debita considerazione.
I ragazzi e le ragazze che hanno preso parte al percorso di consultazione , vivono in Italia dalla nascita, da alcuni anni o da pochi mesi, abitano a Roma o nella provincia di Viterbo, in case famiglia, comunità di accoglienza, ovvero con la propria famiglia in case o campi Rom attrezzati. Alcuni stanno conseguendo ora la licenza media, altri stanno terminando il liceo, altri ancora sono in cerca di lavoro o di corsi professionali da frequentare, alcuni hanno perso anni di scuola anche perché lavoravano contestualmente al corso di studio. A questo nucleo di partecipanti si sono aggiunti ad alcuni incontri degli “ospiti”, altri ragazzi e ragazze (ivoriani, italiani, indiani, peruviani, rumeni), coinvolti e invitati dai partecipanti stessi.
In seguito al percorso, alcune richieste legate a tematiche centrali al dibattito, sono state proposte al Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Lazio, a cui è stato chiesto di promuovere iniziative per diffondere la conoscenza dei diritti dei minori.
“Tra le richieste emerse di particolare interesse risulta la necessità di sviluppare maggiormente, e in modo più omogeneo su tutto il territorio regionale, alcuni strumenti di accoglienza e informazione, come le unità di strada - ha affermato Alvaro -. Ulteriore aspetto venuto alla luce, che si incontra pienamente con i miei obiettivi, è quello relativo alla qualità delle strutture di accoglienza, non solo a livello logistico e abitativo, quanto piuttosto in termini di programmazione di un piano di attività per i ragazzi e le ragazze. È mia intenzione – continua Alvaro – sollecitare le istituzioni locali affinché le strutture di accoglienza vengano monitorate non in base ad un mero parametro di tipo logistico, bensì anche relazionale, pedagogico e della qualità dell’esistenza dei ragazzi”.
Un altro punto cardine, secondo i ragazzi e le ragazze, è la scuola: nell’anno scolastico 2006-07, gli alunni con cittadinanza non italiana nel nostro paese erano 501.445, con un’incidenza del 5,6% sul totale degli alunni italiani, che interessa il 67,1% delle scuole italiane. L’incidenza più elevata si ha nelle scuole primarie (6,8%), nella regione Emilia Romagna in termini percentuali (11,7%), e in Lombardia in termini numerici (121.520). Nel Lazio, i minori stranieri nelle scuole raggiungono il 9,9%, pari a 49.601 alunni .
“Secondo i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato al nostro percorso di consultazione, la scuola si conferma come luogo deputato al superamento delle differenze e alla piena integrazione - continua Valerio Neri – . Sottolineano, però, che sarebbe necessario lavorare non solo sulle attività in classe, ma anche per favorire i rapporti tra studenti fuori dalle lezioni, affinché l’inclusione sia effettiva e non formale. Sono gli stessi ragazzi infatti a denunciare episodi di razzismo nei loro confronti anche da parte di coetanei. Siamo certi dell’impegno del Garante nel dar voce a questa come alle altre istanze proposte, facendosene promotore con tutti i principali attori istituzionali”.

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