Infanzia: a Palermo inaugurato il nuovo Punto Luce nel quartiere Zen 2
È stato inaugurato oggi 21 dicembre 2016 alle ore 15.30 nel quartiere Zen 2 a Palermo alla presenza del Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, Valerio Neri Direttore Generale Save the Children, Raffaela Milano Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, Massimo Bray Direttore Generale Enciclopedia Treccani, Mariangela di Gangi Presidente Associazione Laboratorio Zen Insieme, il nuovo “Punto Luce” di Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a tutelare i loro diritti.
Il Punto Luce è il terzo spazio aperto da Save the Children in Sicilia dopo quello nel quartiere Zisa sempre a Palermo e quello di San Giovanni Galermo a Catania. Esso si aggiunge ad una rete di 19 centri per il contrasto della povertà educativa, che l’organizzazione ha attivato nei quartieri più disagiati di alcune città, in 12 regioni italiane, nell'ambito della campagna "Illuminiamo il Futuro" a partire dal 2014.
“Siamo particolarmente orgogliosi di essere riusciti ad aprire il nostro Punto Luce nel quartiere Zen 2 di Palermo. La Sicilia è una delle regioni dove i bambini soffrono di più la mancanza di servizi e sostegni per crescere e sviluppare le proprie aspirazioni e le proprie capacità. Bisogna invertire la tendenza e cercare di sostenere soprattutto le famiglie a basso reddito per evitare qualsiasi forma di stigmatizzazione o emarginazione. Contrastare la povertà significa combattere anche la povertà educativa e far crescere i bambini e i loro talenti” dice Valerio Neri, Direttore di Save the Children.
Il nuovo polo educativo, uno spazio di circa 700 metri quadrati, è stato realizzato in collaborazione con il Comune di Palermo e grazie al grande contributo dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani e al sostegno di Fondazione BNL, e sarà gestito da Save the Children assieme all’Associazione Laboratorio Zen Insieme.
Per il Sindaco Leoluca Orlando, “l’apertura di questo nuovo spazio, recuperato grazie ad una importante collaborazione fra il Comune e le associazioni che operano nel sociale, conferma l’attenzione dell’Amministrazione comunale per quelle periferie che sono sempre meno periferie. Oggi il quartiere si dota di un importante luogo e strumento di socialità che favorirà aggregazione e, socializzazione, ma costituirà soprattutto una reale opportunità di sviluppo e crescita per i ragazzi del quartiere.”
“Partecipare a questa iniziativa ha per Treccani due motivazioni importanti. La prima è quella di dare l’opportunità a tutti i ragazzi di dimostrare che attraverso la conoscenza possono trasformare la propria vita. Il punto luce che apre oggi nel quartiere Zen sarà un luogo in cui poter studiare, incontrarsi, sostenendo e responsabilizzando le famiglie affinché la dispersione scolastica diminuisca nettamente. C’è, poi, il voler ricordare la missione che da sempre identifica le scelte del nostro Istituto: il futuro del nostro Paese dipende dalla cultura e dalla capacità delle istituzioni di essere vicine ai bisogni dei cittadini” sottolinea Massimo Bray, Direttore Generale di Enciclopedia Treccani.
Qui, bambini e ragazzi potranno usufruire del servizio di sostegno scolastico e partecipare ad attività motorie e sportive come laboratori di invito alla lettura, musica, teatro, calcetto, danza, musicoterapia, rap, street art, fotografia, educazione all’uso dei new media. Il Punto Luce si trova in Via C. Girardengo 18-20 (entrata via F. Coppi) e sarà aperto tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19.
“Nel 2012 decidevamo, insieme ad gruppo di ragazze di ragazzi, di metterci a servizio di Zen Insieme, la prima associazione a mettere piede allo zen 2 ormai trent’anni fa, e di lavorare per difendere i diritti di tutti i bambini del quartiere. Oggi, grazie a Save the Children, ma anche grazie a tutti coloro che in questi anni ci hanno sostenuto, è per noi un nuovo inizio che parte da una struttura che pensiamo come un luogo aperto, come strumento vivo di riscatto per tutta la comunità dello Zen 2", ha commentato Mariangela Di Gangi, Presidente Laboratorio Zen Insieme.
La povertà educativa in Sicilia
La Sicilia detiene infatti, assieme alla Campania, il triste primato di regione italiana con la maggiore “povertà educativa”, cioè quelle in cui è più scarsa e inadeguata l’offerta di servizi e opportunità formative che consentano ai minori di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni.[1]
In Sicilia è scarsa l’offerta di servizi all’infanzia, con una percentuale del 6% di bambini tra gli 0 e i 2 anni riesce ad andare al nido o usufruisce di servizi integrativi, a fronte di una media nazionale del 13%, ma addirittura è la regione con la peggiore offerta di mense scolastiche in Italia (non ne usufruiscono l’80% degli alunni mentre la media nazionale registra un 47%). Purtroppo la regione ha anche un altro primato negativo per quanto riguarda il tempo pieno nelle scuole primarie (non presente nel 92% delle classi, contro una media nazionale del 68%), mentre si allinea per quelle secondarie di primo grado (79% delle classi ne è privo a fronte dell’80% in tutta Italia).
Oltre la metà degli studenti in Sicilia (66%) frequenta scuole dotate di infrastrutture insufficienti a garantire l’apprendimento. Ne risentono per primi i risultati scolastici ottenuti dai ragazzi: il 30% dei quindicenni non raggiunge la soglia minima di competenze in lettura e il 37% in matematica (peggio in Italia fa solo la Calabria), con un tasso di dispersione scolastica del 24%, il più alto nel Paese, lontanissimo dalla soglia massima del 10% fissata dall’Unione Europea nel 2020 e ancor di più dal 5% per il 2030.
L’analisi di Save the Children conferma la stretta correlazione tra povertà materiale e povertà educativa: è proprio nelle regioni ai primi posti nella classifica di Save the Children sulla povertà educativa che si registrano i tassi di povertà più elevati d’Italia. In Italia sono 1.045.000 i bambini che vivono in povertà assoluta e si concentrano in particolare in regioni come la Calabria (quasi uno su quattro) o la Sicilia (poco meno di uno su cinque). Sono invece poco meno di due milioni quelli che vivono in povertà relativa (il 19%), ma ancora una volta è il Sud a vivere la situazione peggiore, dove più di un terzo dei minori si trova questa condizione.
Nella regione inoltre, come in tutt’Italia, emerge una connessione molto forte tra povertà educativa e i cosiddetti NEET (Not in Education, Employment or Training), ovvero quei ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano percorsi di istruzione e formazione.
Oltre al percorso scolastico, uno degli elementi fondamentali per contrastare la povertà educativa è determinato dal contesto di vita al di fuori delle mura scolastiche: andare a teatro o a un concerto, visitare musei, siti archeologici o monumenti, svolgere regolarmente attività sportive, leggere libri o utilizzare internet, sono tutti fondamentali indicatori dell’opportunità o della privazione educativa. In Sicilia, ben il 79% dei minori nell’ultimo anno non ha svolto 4 tra le sette attività sopra citate, contro il 64% a livello nazionale, dato che evidenzia quanto al Sud e nelle Isole la privazione culturale e ricreativa sia più marcata.
“La nostra esperienza ci insegna che i bambini e gli adolescenti che nascono in zone dove maggiore è l’incidenza della povertà economica e che offrono poche opportunità di apprendimento a scuola e sul territorio, una volta diventati giovani adulti rischiano di essere esclusi, perpetuando questa condizione per le generazioni successive. È di fondamentale importanza, pertanto, cercare di spezzare questo circolo vizioso, attraverso interventi mirati e strutturati, che possano contare sull’azione congiunta di grandi organizzazioni, di associazioni accreditate sul territorio e partner che sostengano i progetti e garantiscano loro sostenibilità nel tempo”, conclude Valerio Neri
Nella Regione, grazie agli spazi già in funzione sono stati raggiunti 897 beneficiari, mentre 116 sono gli iscritti del nuovo Punto Luce di Zen 2.
Nella stessa giornata di oggi alle 18.30 presso il Mondadori Megastore di Via Ruggero Settimo n°18, viene presentato “L’Atlante dell’Infanzia (a rischio) 2016”, una pubblicazione di Save the Children a cura di Giulio Cederna con le fotografie di Riccardo Venturi che per la prima volta quest’anno è pubblicato da Treccani. All’incontro oltre a Massimo Bray e Valerio Neri, partecipano il curatore della pubblicazione, Giulio Cederna, il conduttore Radio Anch’io Giorgio Zanchini, il magistrato del Tribunale dei Minori Maria Rosaria Gerbino e la scrittrice Alli Traina. Inoltre interverranno ragazzi e ragazze che racconteranno come, in alcuni contesti, sia necessario alimentare quelli che vengono definiti da loro “superpoteri” per crescere in Italia.
Le foto dell’inaugurazione sono disponibili qui: http://media.savethechildren.it/?c=1427&k=042e4735e0
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
06-48070023/81/63/82
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it
[1] Save the Children Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo?, e il relativo indice di povertà educativa (IPE) regionale L’IPE è stato realizzato da Save the Children, con il contributo del Comitato Scientifico sulla povertà educativa in Italia (di cui fanno parte Andrea Brandolini, Banca d’Italia; Daniela Del Boca, Università di Torino; Maurizio Ferrera, Università di Milano; Marco Rossi-Doria, Esperto Istruzione e Integrazione Sociale; Chiara Saraceno, Università di Torino), a partire dalla metodologia messa a puto dall’Istat in via sperimentale per il rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile 2015 e comprensivo di 10 indicatori, raggruppati in due macroaree: Offerta educativa e Apprendimento e Sviluppo. Per ciascuna di queste macroaree è stato realizzato un singolo IPE, cui si aggiunge la classifica finale delle regioni con il più alto Indice di Povertà Educativa. Quest’ultimo è derivato dalla media aritmetica dei punteggi in ciascuno dei 10 indicatori selezionati, standardizzati rispetto al valore di riferimento per l’Italia, fissato a 100. La classifica riflette quindi il punteggio di ciascuna regione nell’indice rispetto al valore nazionale. La classifica IPE è stata suddivisa in 8 fasce, ciascuna delle quali raggruppa le regioni comprese in un range di 5 punti. La fascia 1 raggruppa le regioni con maggiore povertà educativa.