Ad Haiti più di un bambino sfollato su tre ha un'età pari o inferiore ai cinque anni

Ad Haiti più di un bambino sfollato su tre ha un'età pari o inferiore ai cinque anni. Lo dichiara Save the Children, sottolineando che, a un anno dalla proclamazione dello stato di emergenza nel Paese, le condizioni di vita delle famiglie e dei minori continuano a peggiorare.

Complessivamente, si stima che circa 200.000 degli oltre 500.000 bambini sfollati ad Haiti[1] abbiano cinque anni o meno. Molti di loro inoltre sono stati costretti a fuggire più volte e durante gli spostamenti non possono usufruire dei servizi essenziali per la prima infanzia, tra cui vaccinazioni, acqua pulita, assistenza sanitaria, cibo nutriente e un riparo adeguato dal caldo estremo e dalla pioggia.

Il 3 marzo 2024, Haiti ha dichiarato lo stato di emergenza a causa dell'escalation di violenza e illegalità nel Paese, in particolare a Port-au-Prince, dove i gruppi armati hanno preso il controllo di tutte le principali vie di accesso alla città. I bambini sfollati e le loro famiglie vivono in scuole sovraffollate trasformate in rifugi, spesso senza acqua pulita, cibo o protezione sufficienti.

Esther*, 34 anni, ha partorito in un campo di sfollati il 4 marzo 2024, il giorno dopo la proclamazione dello stato di emergenza. Lei e i suoi cinque figli sono stati sfollati per la prima volta nel novembre 2022, quando uomini armati hanno preso d'assalto il loro quartiere, e poi sfollati di nuovo nell'agosto 2023, quando i gruppi armati hanno iniziato a conquistare anche il territorio in cui si erano spostati.

“Sulla mia casa è stata lanciata una molotov e il mio primo pensiero è stato che sarei morta. All'epoca ero incinta. – ha raccontato - Ho spinto le mie due bambine oltre il muro della nostra casa e poi sono saltata io stessa. La scena è stata la stessa per tutti i vicini: tutti cercavano solo di salvare se stessi e le proprie famiglie. Nessuno aveva il tempo di aiutare gli altri”.

Esther ha scoperto poi che quel giorno erano stati uccisi sette membri della sua famiglia, tra cui sua madre e suo figlio che in quel momento era con i nonni. Esther e il resto della sua famiglia trovarono rifugio in una palestra insieme ad altre centinaia di persone, dove nel marzo 2024 diede alla luce sua figlia Roseline*.

“Quattro giorni dopo il parto, all'esterno della palestra è scoppiata una rissa tra la polizia e le bande. All'interno della palestra, vicino a dove si trovava Roseline, sono stati sparati dei lacrimogeni e hanno sparato al piede della figlia del mio partner. A causa del gas lacrimogeno, Roseline non riusciva a respirare o a piangere. Per via dei gas, ha riportato un disturbo permanente alla vista e un occhio funziona diversamente dall’altro”.

Roseline ha tuttora bisogno di assistenza medica, ma Esther e suo marito non possono permettersela, non avendo più un reddito. La famiglia in seguito si è spostata dalla palestra a un altro rifugio, dove il figlio maggiore è stato reclutato in un gruppo armato lo scorso giugno. “Da allora non ho più visto né sentito mio figlio. Crediamo sia stato costretto a unirsi a una banda quando ha lasciato il campo con gli amici”.

Save the Children sostiene le famiglie come quella di Esther attraverso l'assistenza in denaro, in modo che possano acquistare i beni necessari. Con i gruppi armati che controllano l'85-90% di Port-au-Prince, non esiste un luogo sicuro per i bambini in città. L'anno scorso è stato l'anno più letale per i bambini[2] da quando la violenza dei gruppi armati è aumentata ad Haiti, e migliaia di loro sono ancora a rischio di reclutamento e abusi sessuali.

“Un terzo dei bambini sfollati ad Haiti ha meno di cinque anni. Nonostante sia stato dichiarato lo stato di emergenza, il mondo continua a guardare mentre i gruppi armati bruciano interi quartieri, i bambini si trovano nel fuoco incrociato e le famiglie vengono private dei loro diritti più elementari, come assistenza sanitaria, cibo e acqua pulita”, ha dichiarato Chantal Sylvie Imbeault, Direttrice di Save the Children ad Haiti.

“I primi mille giorni di vita di un bambino sono fondamentali per il suo sviluppo e in questo contesto di violenza e instabilità, questi bambini rischiano di rimanere indietro. Senza un intervento urgente, ci troviamo di fronte alla triste realtà di una generazione incapace di riprendersi dall'impatto che questa crisi umanitaria sta infliggendo ai loro primi anni di vita. Il loro futuro è a rischio, così come il futuro di Haiti”, ha concluso.

L'unico modo per proteggere concretamente le vite delle bambine e dei bambini è fermare la violenza ed è necessario che tutte le parti in causa facciano quanto in loro potere per mitigare immediatamente la situazione. L'assistenza e gli operatori umanitari devono poter raggiungere senza indugio chi ne ha bisogno e la comunità internazionale deve aumentare con urgenza i finanziamenti umanitari per Haiti.     

Save the Children ha fornito assistenza in denaro alle famiglie sfollate nell'area metropolitana di Port-au-Prince che vivono in scuole trasformate in rifugi per aiutarli a trovare soluzioni abitative più dignitose e allo stesso tempo contribuire a liberare le scuole per riprendere le attività didattiche, e assistenza in denaro alle famiglie ospitanti nei dipartimenti di Grand'Anse e Sud. L'Organizzazione sta lavorando anche attraverso partner locali nei dipartimenti Ovest, Grand'Anse e Sud di Haiti per garantire l'accesso a un'istruzione di qualità e il sostegno psicosociale agli studenti.

*nome di fantasia per proteggere l’identità

https://dona-ora.savethechildren.it/donazione-fondo-emergenze/

Per informazioni: 
Ufficio Stampa Save the Children
Tel. 3316676827 - 3385791870 - 3389625274 - 3409367952 
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it
 


[1] https://www.iom.int/news/haiti-displacement-triples-surpassing-one-million-humanitarian-crisis-worsens. - Secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), l'andamento costante degli sfollati negli ultimi due anni indica che circa il 52% delle persone sfollate ad Haiti sono bambini e il 18% ha un'età inferiore ai cinque anni. Dei 1.041.000 sfollati ad Haiti, circa 540.000 sono bambini e circa 187.000 hanno meno di cinque anni (34%).