Una giornata al Punto Luce di Napoli Barra: Luca* e gli altri ora iniziano a sognare
Il 10 luglio 2015 una piccola rappresentanza del gruppo SottoSopra di Napoli ha partecipato all’inaugurazione del nuovo Punto Luce di Napoli Barra, quartiere della VI Municipalità di Napoli.
Il progetto “SottoSopra” di Save the Children Italia nasce nel maggio 2013 e si ispira al principio di partecipazione sancito dall’articolo 12 della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Il progetto mira alla costituzione di una rete di adolescenti attivi sul territorio, a livello locale e nazionale, nel promuovere “la voce dei ragazzi” su diritti e tematiche individuati come fondamentali nei diversi contesti di riferimento. Il gruppo SottoSopra di Napoli, di cui fanno parte ragazze e ragazzi tra i 14 ed i 18 anni provenienti da diverse scuole e quartieri, nello specifico ha scelto come proprio, in quanto particolarmente sentito, il tema ambiente-spazio pubblico, definendo ulteriormente il proprio percorso con la scelta di soffermarsi sul concetto di riqualificazione e sicurezza e partendo da una ferma convinzione: la bellezza genera bellezza.
Il 10 luglio 2015 Antonio, Alessia, Maria e Maria Paola, dopo aver preso parte alla Summer School ed aver vissuto, in tale occasione, l’esperienza del laboratorio sperimentale dell’École de communication sociale e di cosa significhi provare a fare comunicazione partecipata, indipendente e dal basso, hanno visitato il Punto Luce di Barra, osservando con i propri occhi uno spazio in cui ragazzi dai 6 ai 16 anni potranno svolgere attività motorie e sportive, laboratori creativi, attività circensi, teatro, musica, supporto allo studio, educazione all’uso responsabile dei nuovi media; spontaneamente ed autonomamente hanno scelto di fermare su carta le proprie riflessioni.
Il Punto Luce
“Grazie” urla un bambino quando Raffaela Milano finisce di parlare. È Luca* di 8 anni, ama l’anguria e ne ha mangiate tre fette. Vive a Barra e ci ha detto che ogni giorno verrà al Punto Luce per imparare l’arte circense. È così felice! Trasmette tanta gioia e voglia di fare! Anche io voglio fare qualcosa per Luca* come gli educatori che ci sono.
Questi bei ragazzi sono poco più grandi di me eppure già parlano di camorra come il personaggio cattivo della loro storia. “La bellezza sconfigge la camorra” dice Marco ed ha ragione, non ci avevo mai pensato. Ma Marco, Ciro e tutti gi altri non hanno paura, per niente. Loro sono pronti a sfidarla ed a vincere, e io li voglio aiutare.
Ecco allora cosa fa un Punto Luce: dona speranza, felicità, dona un futuro diverso. La vita di questi bambini ora è cambiata e glielo si legge in faccia. Luca* e gli altri ora iniziano a sognare, cosa che prima non potevano fare. Maria Paola
(Forse) i bambini di Barra non ridono
Luca* è un bambino di Barra, ha otto anni, o almeno così mi ha mimato con le dita quando gliel’ho chiesto. L’ho conosciuto all’inaugurazione del Punto Luce di Save the Children a Barra, mentre entrambi ci ingozzavamo di anguria come se non ci fosse un domani.
Entrambi adoriamo l’anguria e, quando è comparsa sui tavoli del catering, come lui, non ho potuto fare a meno di catapultarmici sopra. Tra l’altro l’anguria è perfetta per dissetarsi un po’ in una giornata così calda come quella dell’inaugurazione dei campetti del Punto Luce. Una manna dal cielo! Luca* si è seduto sotto un ombrellone, sulle sedie lasciate libere da chi, pochi minuti prima, stava assistendo alla conferenza stampa.
Anche noi di SottoSopra eravamo lì e così abbiamo avuto modo di conoscerlo un po’ meglio. “Achì, anche tu vieni qui a giocare a basket e a calcio?” Gli chiediamo. Si prende il suo tempo. “No”. “Come?” Siamo abbastanza stupiti della sua risposta. Con lo sguardo si perde nel vuoto e dà un altro morso alla fetta di cocomero che stringe saldamente tra le dita, così insistiamo: “Perché?”. “Perché è pericoloso”. Pausa anguria. “Gianni si è fatto male giocando a calcio”.
A volte i bambini assorbono preoccupazioni e scuse degli adulti, che magari vedono con diffidenza tutto in un quartiere così difficile: vvivendo nel buio si comincia ad aver paura anche della Luce, a volte. Eppure, cicciottello e timido, Luca* mi ricorda proprio il me di qualche anno fa… ma io non avrei mai rinunciato ad una partita di calcio o basket nemmeno se giocata sull’asfalto-emmenthal del mio parco. Luca* continua a mangiare imperterrito la mezzaluna rossa che stringe fieramente tra le mani appiccicaticce, sputando i semini in un fazzoletto.
“Achì, che dici, ce ne prendiamo un’altra?”. “Speriamo che non finisca!” e torna a perdersi nei suoi pensieri. Non so cosa gli passi per la testa… so solo che in tutto il tempo che siamo stati insieme non ha mai nemmeno sorriso. Antonio
10/07/15 Barra (NA)
Dalla fermata della vesuviana di Barra, quartiere popolare di Napoli, la struttura a cui sono diretta dista poco più di cinque minuti. Attraverso strade strette e più mi allontano dalla stazione più queste mi trasmettono una sensazione strana, quasi di mancanza.
Resto impressionata da un cartello affisso su un cancello vicino ad un cumulo di rifiuti; “ I bambini per andare a scuola fanno lo slalom tra liquami e spazzatura.” c’è scritto. Arrivo in una stradina occupata soltanto da fitte palazzine, abbandonata da ogni tipo di caos; in realtà è come una caverna alla cui fine si può intravedere la luce del sole. Questa ‘fine’, non a caso, prende il nome di Punto Luce.
È una struttura adiacente ad una scuola che è stata riqualificata da Save the Children e che da oggi in poi permetterà ai bambini di partecipare ad attività ludiche e sportive. Entrare è come riscoprire il mondo. I colori, i sorrisi, la gioia di stare insieme, di condividere. Leggo questo dai volti dei tanti bambini che ho davanti a me. Chiedo ad uno di loro cosa pensa del posto in cui si trova e lui mi risponde: “Ci verrò sempre. Sono felice, prima stavo sempre a casa”.
Queste parole scaturiscono una serie di riflessioni che vengono però interrotte da una voce che parla al microfono. È Luigi il responsabile del Punto Luce che interagisce con la gente del quartiere; con lui ci sono Raffaela Milano, responsabile dei progetti di Save the Children, una docente della scuola e la presidentessa della VI municipalità.
Quest’ultima interviene sull’importanza della legalità, del rispetto per lo spazio pubblico che dobbiamo sentire e trattare come nostro. Mi colpisce più di tutto una frase della dott.ssa Milano: “Fate in modo che la vera luce siate voi non la struttura.”. Questa luce io oggi la vedo a pieno: nei bambini, nelle mamme, negli educatori. Questo posto è la prova che insieme le cose possono cambiare, che non è detto che il luogo in cui si nasce determini la propria felicità, che la bellezza è tale ovunque essa sia. Maria. *Luca è un nome di fantasia.