Il bilancio 2014: cosa abbiamo fatto per la protezione dei minori, la storia di Febem e Lem Lem
Nel mondo sono 168 milioni i minori coinvolti in attività lavorative e ancora oggi milioni di bambini sono vittime di sfruttamento e abuso.
Anche nel 2014 ci siamo impegnati a combattere tale fenomeno, raggiungendo direttamente oltre 172.000 beneficiari con progetti volti alla protezione dei minori, 31.000 dei quali nel territorio italiano.
In particolare, in Italia i minori migranti sono esposti ogni giorno a un maggior rischio di violenza, abuso e tratta: nel 2014 se ne contano oltre 26.000 giunti via mare, di cui 10.000 non accompagnati. Per far fronte a questa situazione, siamo intervenuti con attività di accoglienza, realizzando spazi educativi e ricreativi per i minori migranti: in questo modo abbiamo cercato di aiutarli a superare i traumi subiti e a fornire loro una corretta informazione legale sui loro diritti. Esempi del nostro lavoro sono rappresentati da Civico Zero, centri d’accoglienza diurna a bassa soglia presenti sia a Roma che a Milano, e dagli Spazi a Misura di Bambini e Adolescenti, creati all’interno del campo gestito dalla Croce Rossa Italiana presso la Stazione Tiburtina a Roma nel mese di giugno.
Durante il nostro lavoro di accoglienza e supporto ai minori migranti in questi mesi, abbiamo incontrato Febem, una ragazza di 18 anni che, insieme a sua sorella Lem Lem di 16, è fuggita dall’Eritrea.
Una volta in Sudan, i trafficanti del posto ci hanno portati in Libia vicino a Bengasi e ci hanno rivendute a 1.700 dollari a testa agli altri trafficanti che organizzavano la traversata in mare per la quale abbiamo pagato 1.800 dollari ciascuna.
Abbiamo aspettato un mese rinchiuse prima di imbarcarci, e poi in mare eravamo sospese tra la vita e la morte, il motore si è rotto e tutti gridavano forte, ci stringevamo, pregavamo, pensando a nostro fratello che è in Inghilterra.
Vogliamo raggiungerlo ma non sappiamo come fare. I nostri genitori sono in Eritrea, insieme ad un’altra sorella e a un fratello, non abbiamo notizie di loro e non sappiamo se partiranno dopo di noi. Nessuno vuole lasciare il Paese, non lo auguro a nessuno, mi vergogno per averlo fatto e aver perso ogni dignità, ma voglio studiare, diventare un avvocato e difendere i diritti umani.