Dal Nord a Sud gli studenti italiani cambiano la scuola: i consigli consultivi
Pubblichiamo la testimonianza di Francesca Giolivo, responsabile del progetto Fuoriclasse a Napoli, in cui racconta l'esperienza dei consigli consultivi promossi fra i ragazzi delle scuole del progetto.
Una scuola in cui io sono protagonista del cambiamento è una scuola da cui non voglio allontanarmi.
(A.S. STUDENTE - CC). Fuoriclasse è un progetto di contrasto alla dispersione scolastica presente in 6 città italiane: Milano, Torino, Napoli, Bari, Scalea, Crotone. Dall’ottobre 2012, con il progetto Fuoriclasse è stato implementato un intervento integrato che ha coinvolto i tre attori principali per la lotta alla dispersione scolastica: ragazzi, docenti e famiglie; si è sviluppato nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. È, infatti, stato proposto un intervento nel quale sono state realizzate diverse tipologie di attività in tutti i contesti di riferimento dei ragazzi coinvolti nel progetto. Tra le varie attività proposte alle scuole, dai laboratori sulla motivazione, ai campi scuola, c’è quella dei Consigli Consultivi.
Tavoli di partecipazione in cui delegazioni di studenti e docenti si confrontano sui problemi della scuola e cercano insieme delle soluzioni per risolverli.
I Consigli Consultivi sono dei veri e propri tavoli di lavoro, di confronto, discussione e gli studenti sperimentano in molti casi per la prima volta, cosa vuol dire far sentire la propria voce all’interno di uno spazio, quello decisionale, che è spesso solo degli adulti. Eleggono i rappresentanti attraverso elezioni democratiche, preparano un programma che presentano alla classe, sperimentano la candidatura, le votazioni, la vincita o perdita di quel posto.
Attraverso i Consigli Consultivi si sperimentano quindi processi di rappresentanza, si lavora sulla responsabilità e sulla delega. Una volta al mese i rappresentanti si incontrano e grazie al supporto iniziale di un facilitatore che media tra loro e i docenti, avviano un lavoro di riflessione, selezione dei problemi che vivono quotidianamente nella loro scuola. Dai problemi passano alle possibili soluzioni, individuando sempre da chi dipende quel determinato problema e quindi la possibile o impossibile soluzione di quest’ultimo.
Si lavora molto anche su quanto possono loro studenti/docenti/genitori risolvere quei problemi, “rimboccandosi le maniche” e proponendo soluzioni che possano davvero mettere in gioco tutta la scuola. Save the Children supporta le proposte mettendo a disposizione le risorse necessarie per la loro realizzazione.
Sono tre gli assi su cui indagano i tavoli: didattico, come l’uso di nuove tecnologie o la proposta di percorsi laboratoriali, strutturale come la riqualificazione si spazi della scuola, la palestra, la biblioteca e relazionale, lavoro sul tema del bullismo, delle discriminazioni. Una volta selezionati i problemi più importanti, e dopo il confronto con gli insegnanti, un passaggio fondamentale è rappresentato anche dal confronto con il Dirigente scolastico, a cui gli studenti presentano le proprie istanze , ed è lì anche che si verifica la fattibilità di alcune delle proposte avanzate.
A volte si impara anche a sperimentare la delusione di ricevere un no e doverlo accettare. Anche questa è partecipazione. Un processo che può sembrare facile ma che impegna tanto gli studenti e soprattutto i docenti, che spesso non sono abituati a fare un passo indietro e ad ascoltare davvero i ragazzi. Questa una delle più importante sfida di questo esperimento che in molti paesi del nord Europa, rappresentano invece parte integrante del curriculare.
La scuola come spazio reale di partecipazione, non solo luogo di apprendimento ma anche luogo di trasformazione e creazione di nuovi cittadini, capaci di riflettere e confrontarsi tra di loro e con gli adulti di riferimenti.
E sono tantissimi i successi raggiunti grazie a questa attività. Murales progettati e disegnati dagli studenti stessi e con l’aiuto anche dei genitori, che dentro questo spazio, hanno rappresentato un pezzo molto importante. Allestimento di aule multimediali, biblioteche, spazi inutilizzati che hanno ripreso vita.
In una scuola di Napoli gli studenti sono riusciti grazie ai Consigli a far partire i lavori di ristrutturazione della palestra, da anni inagibile, e sui cui il Comune doveva intervenire.
La delibera pronta da tempo, i fondi stanziati ma i lavori fermi da tempo. Grazie ai consigli, la Dirigente ha potuto sollecitare ed ottenere l’avvio della ristrutturazione.
A settembre i ragazzi riavranno finalmente la palestra. E poi laboratori proposti dai ragazzi su argomenti importanti come bullismo, non discriminazione, alimentazione La sfida per noi è adesso spingere verso un lavoro di rafforzamento di questa attività nelle scuole, riuscire a capacitare docenti, dirigenti, studenti affinché questo spazio di partecipazione e confronto diventi spazio stabile all’interno della scuola.
Perché quello che stiamo imparando grazie al reale contributo degli studenti e ascoltando le loro voci è che non esiste dispersione e abbandono scolastico se dentro la scuola i ragazzi riescono a sentirsi parte attiva, protagonisti di quello spazio che non rappresenta più un luogo di passività ma un luogo fattivo, dove le cose migliorano davvero grazie al loro contributo.
Il benessere scolastico è qualcosa che a nostro avviso può realmente contrastare la dispersione scolastica. Una scuola in cui gli studenti si sentono parte integrante del processo, in cui sentono di avere voce in capitolo, in cui si sentono bene, accolti, protetti, partecipi, è un obiettivo necessario per noi e questa attività ne rappresenta un pezzo importante.
I Consigli Consultivi coinvolgono a livello nazionale 19 plessi/scuole, 120 studenti e studentesse e circa 100 docenti. Ad oggi sono state realizzate o in corso di realizzazione circa 50 proposte presentate. Il prossimo appuntamento sarà far incontrare le delegazioni delle città