L'urgenza di rendere adeguati tutti gli edifici scolastici italiani
In seguito al crollo di una scuola ad Ostuni, pubblichiamo nuovamente alcuni dati resi noti nel V Atlante dell'Infanzia a Rischio sullo stato degli edifici scolastici.
7 milioni e 881 alunni si accomodano per nove mesi all’anno in 368 mila aule sparse in tutta la penisola, inserite in 41 mila sedi. Per una quota significativa di questi bambini e ragazzi, tuttavia, il primo impatto con la scuola non è necessariamente un’esperienza allegra o piacevole.
Come ormai ampiamente acquisito anche da chi di dovere, gran parte del patrimonio edilizio non è in buono stato e necessita di interventi urgenti di riqualificazione e messa in sicurezza.
Su 37 mila edifici censiti in modo completo dall’anagrafe scolastica nel 2011/2012, il 43% aveva richiesto interventi di natura edilizia che non erano ancora stati attuati e solo il 30% aveva meno di 30 anni (e non per questo appariva in buone condizioni).
Nell'Atlante dell'Infanzia del 2012 avevamo pubblicato due mappe sullo stato degli edifici scolastici italiani, che purtroppo in alcuni casi sono ancora attuali e che riportiamo qui di seguito.
La questione della sicurezza delle nostre scuole è purtroppo di stretta attualità: ad oggi, rispetto ai dati riportati qui sopra, sono stati effettuati una serie di interventi di manutenzione, ma ancora ci ritroviamo con il 70% delle scuole con più di 30 anni e che necessitano in buona parte di interventi di natura edilizia.
A questo riguardo è di massima urgenza rendere nota l’Anagrafe dell’edilizia scolastica, che il Governo dovrebbe presentare proprio in questi giorni e che identifica gli edifici su cui bisogna assolutamente intervenire per la messa in sicurezza.
È inoltre necessario che gli interventi rispettino adeguati standard di qualità e non avvengano “al ribasso” e siano oggetto di stretti controlli.
Qualsiasi riforma della scuola sarà irrealizzabile se non viene garantito il presupposto di una “buona scuola”, cioè la sicurezza e adeguatezza degli edifici scolastici.