Minori migranti: un mese con Bereket
Durante l'ultimo mese abbiamo voluto raccontarvi la storia di Bereket, un "finto" minore migrante proveniente dall'Eritrea. Lo abbiamo voluto fare attraverso Facebook, proprio come farebbe un ragazzo adolescente di qualsiasi parte del mondo. Bereket non esiste, ma le storie che ha raccontato sono reali! Sono quelle di molti dei ragazzi che abbiamo incontrato nelle zone di frontiera del Sud Italia e nei centri di accoglienza. Adolescenti che affrontano viaggi lunghi anni, che finiscono per diventare merci nelle mani di trafficanti di uomini e vittime nelle carceri libiche. Subiscono torture, estorsioni per riuscire ad attraversare il mare che separa l'Africa dall'Italia, su imbarcazioni pericolose e fatiscenti e su cui rischiano la vita. La maggior parte di loro vuole arrivare nel Nord-Europa, ma spesso vengono bloccati nei paesi di frontiera a causa di un sistema burocratico di accoglienza complicato e lento. Il nostro obiettivo è stato quello di sensibilizzare il pubblico sui rischi enormi cui vanno incontro migliaia di ragazzi che intraprendono questi viaggi, spinti dalla disperazione e dalla speranza di realizzare il proprio progetto di vita. Volevamo raccontare le aspettative di migliaia di adolescenti, che sognano un bel futuro come tutti i ragazzi, che troppo spesso non possono avere solo perché nati "nella parte del mondo sbagliata" La nostra campagna si conclude oggi, ma il nostro lavoro non finisce qui. I minori stranieri soli non accompagnati in arrivo in Italia rappresentano una presenza costante, superiore al 10% del totale dei migranti arrivati via mare. Nel 2013, su un totale di 42.925 migranti, 8.336 erano minori e di questi 5.232 erano minori soli non accompagnati, una proporzione simile a quella degli anni precedenti che si è confermata anche quest’anno.
Secondo le stime, su un totale di circa 59.400 migranti arrivati dal 1 gennaio al 22 giugno 2014, più di 9.300 erano minori, dei quali oltre 6.000 minori non accompagnati, di un’età media compresa tra i 14 e 17 anni, ma che scende in alcuni casi anche a 12-13 anni. I paesi di origine sono in prevalenza l’Eritrea, la Somalia e l’Egitto, oltre ad altri paesi dell’Africa sub sahariana e alla Siria, tutte aree caratterizzate da conflitti, emergenze umanitarie o situazioni di grave pericolo o insicurezza per i minori e le loro famiglie. Per questo, insieme ad altre organizzazioni chiediamo Governo Italiano di assumere piena e diretta responsabilità sul sistema di prima accoglienza dei minori migranti non accompagnati, assicurando condizioni dignitose di ospitalità, approntando un sistema di strutture di prima accoglienza temporanea con criteri e standard di qualità omogenei e tali da evitare il sovraffollamento, favorendo il successivo trasferimento dei minorenni stessi alle comunità di accoglienza distribuite sull’intero territorio nazionale (accreditate secondo i criteri regionali attualmente previsti, ivi compresa la rete SPRAR), nonché di promuovere la diffusione dell’affidamento familiare. L’appello invita il Governo a rendere subito disponibili le risorse del Fondo Nazionale per i Minorenni Stranieri non accompagnati, per superare l’attuale stallo e assoluta incertezza sulle garanzie di copertura economica dei servizi. Le misure disposte devono poi includere la prevenzione dei rischi di fuga e sfruttamento dei minori soli, rendendo più celeri le procedure di identificazione e la nomina dei tutori, favorendo anche i processi di avvio all’autonomia attraverso adeguate misure di sostegno ai processi di inclusione sociale.