La voce dei nostri volontari di Napoli: "siamo tutti dispensatori di diritti. Restituiamo l’infanzia"
Pubblichiamo oggi alcuni frammenti estratti dal discorso di Camilla, una giovane volontaria di Napoli, che così ha presentato un concerto rock con band di ragazzi liceali e insegnati, il cui ricavato è andato alla Campagna Illuminiamo il Futuro, lanciata per portare l'attenzione sulla povertà educativa in Italia. Mi sono chiesta spesso come iniziare questa serata e ho pensato che il modo migliore fosse quello di invitare ognuno di voi a frugare in sé stesso e trovare uno spazio incontaminato, uno spazio che possa rappresentare la vostra infanzia e con essa tutte le emozioni che la caratterizzano: il pianto disperato, la paura palpitante, la gioia incontenibile, il gioco sfrenato. Sono convinta che non esiste persona che non ricordi come fosse essere un bambino, o se così fosse, questa serata è il pretesto per cominciare a recuperare quello che avete lasciato dietro di voi. Solitamente, per trasmettere qualcosa di mio e di molto importante, uso rifarmi a delle citazioni di alcuni scrittori che in me hanno lasciato un’impronta e pensavo che stasera calzasse bene la penna di uno scrittore francese dai più conosciuto come l’autore del Piccolo Principe, il quale settanta anni fa circa, scriveva: “per costruire una barca non serve dire agli uomini di procurare la legna, ma serve che gli si insegni a provare la nostalgia per il mare vasto e sconfinato”. La nostalgia che potrebbe sembrare la nota stonata di questa serata, ci potrà aiutare ad assorbirla con tutta l’emozione possibile, con la vivacità di tutti i sentimenti del bambino che è in voi e che riuscirete a far emergere, e con la speranza che vogliate ricordare e raccontare, in futuro, quello che stasera a nostra volta vi racconteremo. E ancora credo che sia solo con la nostalgia che riusciremo a cogliere quella consapevolezza che non esistono distanze da affrettare, ma piuttosto ponti da costruire verso quei posti che troppo spesso ci sembrano lontani: in primis la nostra infanzia e poi verso quelli geograficamente lontani, teatro di conflitti e brutalità di fronte alle quali non saremo mai abbastanza lontani, perché la razza è una sola, ed è quella umana. L’ obiettivo qual è? È scoprire che quegli stessi posti non ci saranno parsi mai così vicini e vi lascio con questo primo intervento, con la speranza che a fine serata accoglierete tutti con piacere la nostra proposta di indossare un abito nuovo: quello di guaritori del mondo.
Siamo tutti dispensatori di diritti. Restituiamo l’infanzia.
[cycloneslider id="concerto-organizzato-dai-volontari-save-the-children-napoli"] COSA POTETE FARE VOI: “Quando i bambini crescono e diventano adulti, capiscono subito che quello che gli avevano detto da bambini non è vero, eppure riciclano ai loro figli l'antica bugia. E cioè che tutti vogliono consegnare ai bambini un mondo migliore, è un passaparola che dura da secoli, e il risultato è questa Terra” (S. Benni). Cosa potete fare voi: consideratevi sempre artefici e inventori del mondo: con la vostra presenza di stasera avete riacceso la luce nelle stanze dell’infanzia, avete riattivato una speranza, una vita. Basta veramente poco, basta guardarsi di più attorno, basta imparare ad ascoltare il mondo per capire che tipo di vita vogliamo vivere e condurre, se preferiamo stare sotto l’ombra dell’albero più maestoso o cercare la luce che è al di sopra di esso e che lo fa allungare. E per appropriarci di questa scelta, di come cioè vivere, il punto di partenza può essere solo uno: convertirsi alla consapevolezza. Socrate diceva “per cambiare il mondo devi prima cambiare te stesso”. È importante dunque capire che la conoscenza di un uomo non è mai troppo poca o molta; la conoscenza è solo proporzionale a ciò che scegliamo di essere. Se decidiamo di non sapere è perché non vogliamo sapere. La conoscenza è dunque libertà ed educazione del proprio spirito, ci rinvigorisce e ci rende migliori. Ecco perché Save the Children parte dai bambini che sono il seme dell’umanità, e destina più del 42% dei propri fondi all’educazione, che è l’unico vero strumento in grado di darci quella consapevolezza che noi siamo gli artefici di tutto. Da noi dipende la metamorfosi del mondo. Siate portavoce della poi grande bellezza di cui poteva esserci fatto dono: i bambini. Grazie a tutti.