Libri e Storie: un’esperienza di viaggio e non obbligo
Libri e Storie sono oggi, nella società della velocità e dei social, una possibilità, una boccata d'aria, un'occasione per rendere l'apprendimento e la didattica un’esperienza arricchente, stimolante, unica.
La mia esperienza con i bambini e i ragazzi come educatrice e responsabile dello spazio lettura nel Punto Luce di Torre Maura, è quella di promuovere e diffondere la lettura e la passione per i libri e le storie in un quartiere periferico e popolare romano, dove è presente Save the Children con Antropos con un intervento di contrasto alla povertà educativa.
Promuovere oggi la lettura e l'importanza delle storie, soprattutto in contesti così complessi, più che un lavoro è una scelta di vita che porta a mettersi in gioco con passione, allegria, determinazione, dinamicità e convinzione; è, infatti, una sfida quotidiana durante la quale occorre saper cogliere i segnali dei bambini e dei ragazzi e sapere raccontare e presentare le diverse possibilità e opportunità della vita. Tra queste certamente c’è la forte collaborazione che i Punti Luce hanno con le classi degli Istituti Comprensivi del territorio che partecipano alle attività del Punto Luce e che frequentano il Punto Luce anche con i loro compagni di classe e le loro insegnanti.
I percorsi di lettura e avvicinamento alle storie sviluppati con le scuole mi hanno permesso di formulare una proposta molto elastica e innovativa, incentrata su due obiettivi specifici che permettono di mantenere alto l’interesse per la lettura durante la crescita dei ragazzi in considerazione anche delle inclinazioni di ciascuno: anzitutto è fondamentale che venga sempre apprezzato il libro come oggetto, nella sua unicità e specificità e, questo, soprattutto da parte di tutti quei bambini e ragazzi che non hanno molta confidenza con i libri se non quelli di scuola, è poi necessario trasformare il pensiero che spesso i ragazzi hanno, della lettura come di una pratica noiosa e obbligata, aprendo le porte ad infiniti viaggi, singoli e collettivi, basati sull'interesse individuale e sulla fantasia personale.
Entrare nelle scuole, nelle classi dalla prima elementare alla terza media, proponendo, a chi si aspetta una lettura sedentaria e noiosa, di concedersi la libertà di viaggiare, verso il proprio luogo dei sogni, del benessere, della pace, permettendo anche un rispettoso, restare in disparte, è un'azione forte, forse un azzardo; chiedere a chi ascolta di avere fiducia, voglia di mettersi in gioco, di partecipare, è un rischio alto ma necessario se si vogliono raggiungere obiettivi importanti ed allora è qui che la determinazione , la convinzione, le competenze ed il cuore vanno messi in gioco.
Affrontare questa sfida e correre questo rischio può portare, all'interno di una didattica affaticata ma allo stesso tempo fondamentale e tesa all'apertura, come quella che oggi vivono le nostre scuole, due risultati, entrambi indimenticabili anche se efficaci a livelli differenti:
- stupire, annoiando o coinvolgendo ma comunque mostrando un contenuto ed un metodo nuovo, qualcosa di inaspettato, mai sentito, mai svolto
- accendere la luce della curiosità, della possibilità di creare una passione, una partecipazione attiva ed individuale che si attiva nei singoli durante l'attività e che diventa una compagna della volontà, giungendo a non avere scadenze nel futuro percorso di ciascuno.
Realizzare tutto questo è possibile attraverso attività dinamiche, orizzontali ed informali che, attraverso singoli incontri di un'ora o percorsi più strutturati e di più incontri, prevedono premesse chiare, grande fiducia e accoglienza verso i giovani partecipanti e due condizioni imprescindibili: rispetto e assenza di giudizio, da ambo le parti, proponente e partecipante.
Arrivare nelle classi, che si aspettano un’attività statica, facendoli uscire dalla classe, recandosi in uno spazio altro, che sia la palestra, il giardino o la biblioteca, permettere loro di sedere liberamente a terra, purché in cerchio, dopo aver condiviso in apertura un patto chiaro è il primo passo di questa attività.
Fatto poi la valigia che accompagnerà il viaggio, è utile stabilire che non c'è una meta collettiva ma singola, che non si hanno obiettivi prefissati se non quello di viaggiare, né obblighi durante l'attività se non mantenere il rispetto, creare un clima disteso e partecipativo che permetta ad ognuno di scegliere il proprio sentiero.
Chiedere ad ognuno di presentarsi scegliendo come descriversi, con una o poche parole ed il proprio nome, poi aggiungendo aspettative e desideri, cercare di trovare un compromesso tra le volontà espresse e l’attività proposta per aprire i giochi. Usare quindi il libro, prima celato, solo quando ci sia la richiesta esplicita da parte dei ragazzi del suo utilizzo, leggerlo dedicando tempo e attenzione ad ogni suo dettaglio, chiuderlo permettendo ad ognuno di esprimere o meno il proprio pensiero.
Infine salutare, chiedendo di lasciare una parola sincera che fermi il vissuto di ciascuno del tempo trascorso assieme, sono gli ingredienti che compongono la ricetta che quotidianamente propongo e sperimento.
Tante le forme che tutto questo può assumere, tanti i risultati, ad oggi sempre positivi raggiuti, raccolti dagli sguardi di chi ha ascoltato, dalle parole lasciate, dal clima vissuto, dalle risposte avute dai docenti o dagli stessi partecipanti, in tante forme, verbali, scritte, creative; risultati che restano nel cuore e che mi spingono a proseguire e a raccontare questo viaggio.