I minori migranti di Lampedusa e le attività nello Spazio a Misura di Bambino e Adolescente
Save the Children ha presentato il 17 dicembre il dossier "Minori migranti in arrivo via mare". Sono 40.244 i migranti arrivati in Italia così tra l'1 gennaio e il 30 novembre 2013, di cui 5.273 sono donne e 7.928 minori, 1 su 5. Se Lampedusa è stato il punto di approdo per il maggior numero di migranti (14.088), la provincia di Siracusa è l’area che ha accolto il maggior numero di bambini e adolescenti (3.599).
Il conflitto siriano ha cambiato lo scenario degli arrivi, infatti dallo scorso anno il numero di bambini accompagnati è stato 10 volte superiore, 2.974 nel 2013 rispetto ai 282 del 2012, di questi sono 2.331 i siriani. Sono in fuga, hanno perso la casa, spesso anche familiari e amici, a causa di un conflitto che dura da quasi 3 anni e che nel 2013 ha generato 2.500 bambini profughi al giorno.
È cresciuto di molto nel 2013 anche il numero dei minori stranieri non accompagnati sbarcati sulle coste del sud, da 1.841 a 4.954. Hanno tra i 13 e 17 anni, sono in maggioranza maschi e originari di Egitto (1.099), Somalia (816) ed Eritrea (611), ma anche tra loro il gruppo più numeroso è quello degli adolescenti siriani (1.192).Questi alcuni dei dati del dossier “Minori Migranti in Arrivo Via Mare – 2013”. Tra i bambini e gli adolescenti arrivati nel 2013 ci sono anche i superstiti dei terribili naufragi avvenuti tra agosto e ottobre sulle coste siciliane, a Lampedusa e in mare aperto tra le Pelagie e Malta, dove hanno perso la vita anche i bambini. Se sono 17 i minori vittime a Lampedusa e in Sicilia, il numero assume altre proporzioni secondo le testimonianze raccolte tra i superstiti del naufragio dell’11 ottobre, che ricordano la presenza di almeno 100 bambini a bordo dell’imbarcazione, affondata dopo aver atteso per ore il soccorso in mare, mentre si contano solo 33 minori sopravissuti. Rispetto alle modalità di accoglienza e di protezione dei minori messe in atto nel corso dell’anno, il dossier di Save the Children evidenzia come anche nel 2013 si sia registrata la cronica e ancor più grave assenza di un sistema nazionale integrato specifico per i minori soli non accompagnati, che sono i più vulnerabili ed esposti al rischio di sfruttamento. Proprio in considerazione delle condizioni particolarmente difficili nel CPSA di Lampedusa, in particolare a seguito dei naufragi avvenuti il 3 e l’11 ottobre, Save the Children ha avviato, in collaborazione con Caritas e con il sostegno di Bulgari, un’iniziativa senza precedenti sull’Isola, con la creazione due Spazi a Misura di Bambino ospitati in 2 grandi tende presso la Casa della Fraternità della Parrocchia di San Gerlando, dove più di 300 bambini, in maggioranza siriani, hanno potuto partecipare ad attività ludico ricreative organizzate da educatori professionali esperti di interventi in condizioni post-traumatiche. Nello stesso tempo, l’Organizzazione ha predisposto un intervento specifico di sostegno psico-sociale e supporto legale per i 38 minori soli non accompagnati eritrei superstiti del naufragio del 3 ottobre presso la struttura di Caltagirone dove erano stati trasferiti. La maggior parte di loro aveva indicato la volontà di raggiungere un familiare di riferimento in un altro paese, prevalentemente del Nord Europa, vero obiettivo del percorso migratorio, e nonostante l’avvio di procedure di facilitazione della domanda di ricongiungimento internazionale tutti i minori presenti si sono progressivamente allontanati, nella convinzione che i tempi della burocrazia avrebbero messo a rischio la loro unica chance di futuro. In questo video la cronaca dell'allestimento degli Spazi a Misura di Bambino e Adolescente, subito dopo la tragedia del 3 ottobre, grazie al quale, per la prima volta in Europa, bambini è genitori hanno potuto lasciare un centro di accoglienza per qualche ora al giorno.
Save the Children è presente dal 2008 a Lampedusa e nelle altre aree di sbarco con mediatori culturali e operatori legali nell’ambito del progetto Praesidium del Ministero dell’Interno, insieme all’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati, l’OIM e la Croce Rossa Italiana. Foto Alessia Capasso per Save the Children.