Naufragio di Crotone, l'ennesima tragedia nel Mediterraneo
L'ennesimo naufragio nel Mediterraneo, nelle acque al largo di Crotone, è una tragedia terribile che si è consumata a pochissimi giorni dall'approvazione alla Camera del decreto in materia di immigrazione.
Naufragio di Crotone: una tragedia annunciata
Questo drammatico naufragio conferma come purtroppo il Mediterraneo centrale sia una delle rotte migratorie che causano il numero più elevato di vittime, tra cui donne e minori.
Non possiamo non chiederci quando queste morti smetteranno di essere numeri e ci sarà un reale impegno per evitarle. È più che mai urgente un’assunzione di responsabilità condivisa tra gli Stati membri e le istituzioni europee che disponga un meccanismo coordinato e strutturato di ricerca e salvataggio delle persone in difficoltà in mare, agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale, e che si ponga l’obiettivo di garantire vie sicure e legali per l’ingresso in Europa.
Tra le persone vulnerabili che compiono questi viaggi si trovano spesso minori soli, anche molto piccoli, mamme e bambini. Continuiamo a ripeterci che tragedie come queste non devono più ripetersi ma il naufragio a Crotone di ieri dimostra ancora una volta che le attuali politiche non sono in grado di affrontare l’arrivo dei migranti in modo strutturato, garantendo salvataggio, assistenza e protezione adeguate.
il nostro impegno con i sopravvissuti
Oggi la nostra attenzione deve andare anche ai sopravvissuti, che hanno subito un trauma enorme.
Il nostro team sul campo, composto da un operatore sociale e un mediatore culturale, ha incontrato - in collaborazione con UNICEF e in accordo con la Prefettura - i superstiti del naufragio a Crotone per dare un primo supporto dopo il tragico evento.
Il nostro team sta operando per dare il necessario supporto attraverso l’ascolto delle prime necessità fornendo informazioni e mediazione culturale con particolare attenzione ai nuclei con minori. Tra i 59 superstiti presenti al CARA di Crotone abbiamo incontrato circa 10 minori, tra questi diversi Afghani e alcuni Pakistani, Somali e Siriani, che erano partiti con le loro famiglie. Molte persone incontrate hanno raccontato che sull’imbarcazione, in partenza dalla Turchia circa 4 giorni fa, c’erano circa 180 persone.
Le persone riferiscono che durante la notte, in prossimità della costa, hanno sentito un forte boato, l’imbarcazione si è rotta e sono tutti caduti in acqua.
Hanno cominciato a nuotare, chi sapeva farlo, e a cercare di mettere in sicurezza i propri familiari. Hanno nuotato fino alla spiaggia e trascinato le persone, tra cui sia vivi che morti. 20 persone circa sono state ospedalizzate tra cui 6 minori.
Viene confermato da più persone che ci sarebbero molti minori dispersi.
Nel CARA è stata fornita primissima accoglienza, le persone sono apparse sotto shock, alcune profondamente provate emotivamente, alcuni riferiscono di aver visto i familiari cadere in acqua e scomparire, altri morire.
Per approfoindire leggi il comunicato stampa.