Violenza assistita: come proteggere i bambini
La casa dovrebbe essere per ogni bambino il luogo più sicuro e protetto e invece per tanti si trasforma in un ambiente di paura e di angoscia permanente.
Moltissimi bambini e adolescenti sono vittime di questa violenza silenziosa, la violenza assistita, che non lascia su di loro segni fisici evidenti, ma che può avere gravissime conseguenze: ritardi nello sviluppo fisico e cognitivo perdita di autostima, ansia, sensi di colpa e depressione, incapacità di socializzare con i propri coetanei, sono alcuni dei disagi che i bambini testimoni di violenza domestica rischiano di riportare.
Molto spesso questo fenomeno è sottovalutato e non si dà il peso dovuto alle conseguenze sui minori che assistono in maniera diretta o indiretta alla violenza domestica compiuta da un membro della famiglia, nella maggior parte dei casi di uomini sulle donne, nei confronti di un altro.
È sottovalutato dalle istituzioni che non hanno ancora messo in atto un sistema di protezione efficace per le donne vittime di violenza e per la presa in carico dei figli.
È sottovalutato dalle agenzie educative dove scarseggiano gli strumenti per riconoscere e far emergere la violenza vissuta in casa dai più piccoli.
Per non lasciare mai da sole le donne ad affrontare il complesso e doloroso percorso di liberazione dalla violenza domestica e per prendersi cura immediatamente dei bambini, è quindi necessario strutturare una strategia di contrasto della violenza basandosi su tre pilastri fondamentali:
- LA PREVENZIONE: attraverso percorsi educativi, rivolti a bambini ed adolescenti, che seguano le Linee Guida “Educare al rispetto”: per la parità dei sessi, la prevenzione della violenza di genere e tutte le forme di discriminazione. Attraverso laboratori esperienziali, educativi e formativi l’obiettivo è quello di mettere in discussione i modelli di relazione convenzionali, gli stereotipi di genere e i meccanismi di minimizzazione della violenza.
- L’EMERSIONE: all’interno della scuola è fondamentale istituire un referente che sia formato sulle azioni di prevenzione, riconoscimento e contrasto alla violenza assistita o subita da bambini o adolescenti. Il referente sarà in grado di riconoscere i segnali nei bambini e adolescenti che hanno subito violenza e agire per trovare una soluzione attraverso la collaborazione con gli organi di polizia, i servizi sociali e le associazioni del territorio di riferimento.
- LA PROTEZIONE: fondamentale è la tempestività dell’intervento. Per questo è necessario che le istituzioni competenti mettano in campo fin dalle prima fasi in cui la violenza emerge, e senza attendere la conclusione degli iter giudiziari, delle misure di protezione che consentano l’immediata presa in carico del minore.
COSA FARE IN CASO DI VIOLENZA ASSISTITA
- Se si subisce violenza domestica cosa fare?
È fondamentale non interrompere le relazioni parentali ed amicali che possono dare un supporto;
Puoi trovare aiuto presso i centri specializzati: Centri-Sportelli anti-violenza; o telefonare al numero nazionale anti-violenza/stalking: 1522. Attivo h24, multilingue, gratuito, sia da rete fissa che mobile.
- Se si è testimoni diretti di violenza domestica cosa fare (caso dei vicini che sentono urla, botte etc)
È importante non ignorare la situazione e contattare subito le forze dell’ordine (112).
- Se si è testimoni indiretti di violenza domestica (lividi, comportamento sfuggente etc.)
Approccia con discrezione l’argomento, ascolta la persona coinvolta, suggeriscile di rivolgersi a servizi specializzati che possono offrire sostegno come il numero nazionale anti-violenza stalking 1522 oppure i centri-sportelli antiviolenza https://www.direcontrolaviolenza.it/i-centri-antiviolenza/.
- Se si è testimoni indiretti di violenza assistita (se quindi si notano i segnali rilevatori sul bambino)
A seconda del caso e della relazione con il minore in questione (figlio di amici, conoscenti, compagno di classe del proprio figlio etc..), cerca di approfondire con alcune figure di riferimento del minore (insegnante, baby sitter, parenti, amici adulti) la situazione famigliare.
Gli insegnanti, il personale sanitario in servizio nei presidi pubblici e gli operatori dei servizi pubblici, in quanto incaricati di pubblico servizio, hanno l’obbligo di segnalare il caso di violenza o maltrattamento in famiglia alle autorità competenti che attraverso le indagini verificheranno la sussistenza o meno di un reato.
Per approfondire visita la pagina "Abbattiamo il muro del silenzio".