Smartphone e genitori: tra divieti e educazione

Ultimo aggiornamento: 10/04/2025.
La vita quotidiana di bambini e bambine, come degli adulti, si intreccia con dispositivi, inclusi gli smartphone, applicazioni e ambienti digitali tra online e offline.
L’accesso alla rete è pervasivo e avviene per molteplici scopi: intrattenimento, comunicazione, fruizione e creazione di contenuti.
I genitori si trovano ad affrontare sfide e scelte complesse tra l’idea di proibire e allontanare quanto più possibile lo smartphone e il digitale e consapevolezza della necessità, invece, di accompagnarli in queste scoperte per assicurare a bambini, bambine e adolescenti un utilizzo sicuro della rete e opportunità per la crescita.
VIETARE O EDUCARE?
Sono diverse le questioni legate a queste due prospettive ma proviamo ad analizzare brevemente l’utilità per un genitore di una scelta o di un’altra per proteggere e favorire una crescita sana per il proprio figlio o figlia:
- Vietare/escludere, o forse è più corretto dire, rimandare per quanto possibile una vita digitale, nelle sue diverse esperienze pur consapevoli che oltre lo smartphone esistono consolle con le quali si gioca in multiplayer connessi con giocatori da tutto il mondo, assistenti vocali che “decidono” i risultati delle ricerche in rete chiamandole proposte e adulti che, spesso, si mostrano davanti a bambini, bambine e adolescenti sempre connessi.
- Educare, nel senso più pratico del termine, stabilendo confini precisi ma sulla base di una scelta consapevole in cui il genitore si impegna a educare al digitale cogliendo le opportunità educative nelle prime esperienze digitali di bambini e bambine, discutendo di come comportarsi nella chat di un videogioco, di come non tutto quello che si vede in rete è e vero o di come proteggersi e a chi chiedere aiuto se qualcosa non va o se uno sconosciuto ci contatta.
Per comprendere al meglio perché la seconda strategia è più efficace possiamo partire da una chiara affermazione: il benessere mentale di bambini, bambine e adolescenti non dipende esclusivamente dallo smartphone e dall’utilizzo, ad esempio, dei social media ma è il risultato di tutte le loro esperienze quotidiane.
Le tecnologie digitali come lo smartphone e le diverse proposte del mondo connesso sono solo una componente della vita e del benessere dei minori che si costruisce attraverso relazioni familiari sane, amicizie, opportunità educativi, spazi di aggregazione, momenti scolastici didattici e stimolanti.
Come possono i genitori educare al mondo digitale?
Il ruolo della scuola per le competenze digitali
La scuola in particolare con l’educazione civica alla cittadinanza digitaleè tenuta a realizzare attività con l’obiettivo di sviluppare un pensiero critico e competente in grado di rendere studenti e studentesse capaci di agire e pretendere i propri diritti e di conoscere le logiche delle piattaforme.
Una scuola capace di accogliere e non respingere le esperienze online dei minori, in grado di raggiungere e intercettare anche i genitori attraverso i compiti a casa ad esempio.
La scuola è, inoltre, al fianco di bambini e bambine e delle famiglie anche per la sicurezza in rete in particolare con i referenti bullismo e cyberbullismo introdotti nel 2017 e confermati con la Legge 70/2024. Per saperne di più, leggi l'articolo "La legge contro il fenomeno del cyberbullismo in 5 punti".
Benessere digitale e responsabilità degli adulti
Limitare o vietare l'uso di dispositivi digitali, senza affrontare le altre dimensioni del benessere, rischia di essere una soluzione superficiale che non affronta le vere radici del malessere giovanile.
Per questo le sfide del digitale e dello smartphone possono essere affrontate solo attraverso uno sforzo coordinato di istituzioni, scuola e famiglie, che vada oltre la semplice regolamentazione dell'accesso alle tecnologie digitali.
Di recente una dichiarazione dal titolo “Proteggere, non escludere: perché vietare ai bambini di usare i social media compromette i loro diritti” ha provato a mettere in fila tutti gli elementi che rappresentano o dovrebbero rappresentare la responsabilità degli adulti. Uno degli aspetti più interessanti del documento emerge dalla constatazione che gli adolescenti, in particolare i più vulnerabili, potrebbero subire effetti negativi da un uso eccessivo dei social media e dei videogiochi.
Al tempo stesso, però, la ricerca suggerisce che in altri casi l’utilizzo può essere positivo e per questo, data la complessità delle variabili, più che divieti generalizzati sono necessari interventi mirati perché si possa affrontare il tema dell’isolamento sociale, del cyberbullismo e della protezione online in modo efficace. È qui che nasce l’importanza di responsabilità condivise nel mondo degli adulti a partire dalla scuola e dalle istituzioni.
Le sfide del Digital Services Act: il tempo per un’educazione efficace
Vietare o in ogni caso rappresentare la vita dei ragazzi in rete, con o senza smartphone, come qualcosa da combattere, significa arrendersi e spostare il problema nonché ignorare le nuove opportunità del regolamento europeo, il Digital Service Act, sta introducendo.
Un regolamento, di cuitrovate una versione di sintesi molto utile, che richiama le piattaforme ad obblighi rilevanti per ambienti digitali rispettosi dei diritti dei minori con maggiore trasparenza, privacy, contrasto a contenuti illegali. Un sistema di regole che potrà essere efficace solo se gli utenti della rete ne saranno consapevoli e terranno gli occhi aperti, da cittadini digitali.