Sempre più bambini in città, ma sempre più confinati in "periferie sociali"
In Italia 1 milione e mezzo di bambini crescono all’interno degli 11 grandi centri urbani con una popolazione superiore ai 250 mila abitanti: metropoli come Roma, in testa alla classifica per numerosità totale con quasi mezzo milione di minori, o come Napoli, Milano e Torino, dove si incontrano più di mille bambini per chilometro quadrato. Nell’arco di poche generazioni, l’Italia dei mille borghi si è ristretta: l’habitat di vita di gran lunga prevalente per i più piccoli e le loro famiglie sono città e metropoli. La popolazione italiana si è andata dunque sempre più concentrando nelle medie e grandi città. Lo conferma la mappa della distribuzione di 10 milioni 125 mila bambini e ragazzi per ampiezza del comune di residenza: appena 150 mila, l’1,5% della popolazione di riferimento, abitano i circa 2.000 paesini e borghi inferiori alle mille anime: piccole comunità rurali o montane, disseminate su un territorio sconfinato e in via di spopolamento, dove si incontrano in media 3 minori ogni chilometro quadrato e il tasso di natalità si ferma a 7 neonati ogni mille persone (2 in meno rispetto a quanto si verifica mediamente nel resto del paese). Altri 500 mila vivono nei 2.128 comuni tra i 1.000 e i 2.500 abitanti, e meno di un milione nei 1.591 comuni fino a 5.000. Riassumendo, una popolazione complessiva di poco più di un milione e mezzo di bambini, pari al 16,1% dei minori italiani, vive sparpagliata nel 70,3% dei comuni italiani, mentre il rimanente 84% risiede in 2.400 centri di taglia superiore. Guardando meglio si scopre poi che il 37% di tutti i minori italiani (3 milioni e 700 mila bambini e adolescenti) vive concentrata nel 16,6% del territorio nazionale -, e che 1 milione e mezzo di bambini crescono all’interno degli 11 grandi centri urbani con una popolazione superiore ai 250 mila abitanti. La maggior parte dei minori che abitano in città si concentrano in quelle zone periferiche che non sono solo geograficamente lontane dal centro, ma sono ormai periferie sociali in cui i bambini non hanno a disposizione servizi e opportunità per superare condizioni educative ed economiche svantaggiate. A Roma per esempio c’è un quartiere, Ponte di Nona, a 15 Km dal Colosseo e in cui vivono bambini che non hanno mai visto il centro della città in cui sono nati.
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