Naufragio nel Mediterraneo: morti 3 bambini sotto i 5 anni
Nell’ultimo naufragio del Mar Mediterraneo, tre bambini, tutti sotto i 5 anni, hanno perso la vita. Due le piccole salme recuperate, mentre un bambino di circa 5 anni risulta disperso.
Sono circa 120 i minori morti o dispersi nel Mediterraneo dal 2024. Di fronte a questa ennesima tragedia del mare, rilanciamo il nostro appello per l’apertura di canali regolari che garantiscano il rispetto dei diritti umani e l’attivazione di un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare le persone in pericolo.
Naufragio nel Mar Mediterraneo
Nel 2024 e anche nelle prime settimane di quest’anno, Lampedusa si conferma il principale luogo di arrivo via mare in Italia di minori stranieri non accompagnati, bambini e bambine accompagnati, donne sole e donne in stato di gravidanza.
I 15 sopravvissuti partiti dalla Libia, soccorsi dalla nave dell’ong Sea Punks e trasbordati sulla motovedetta della Guardia Costiera, sono arrivati ieri a Lampedusa. Fin dai primi momenti dello sbarco, nostro team sull’isola, ha fornito assistenza immediata: ci siamo attivati per la protezione e supporto del gruppo di superstiti di naufragio, tra cui un bambino di circa 2 anni in stato di forte stress, accompagnato dal padre.
Con i nostri operatori, in collaborazione con le altre organizzazioni e agenzie operative sul posto, abbiamo cercato di garantire la risposta ai bisogni primari a persone estremamente stanche e spaventate.
Chiediamo l’apertura di canali regolari e sicuri
Nella giornata di ieri ci sono stati 11 sbarchi a Lampedusa per oltre 450 persone, di cui una trentina di minori, 16 dei quali non accompagnati. Una macabra lotteria rappresentata dalla traversata di una delle rotte più letali al mondo che dal 2014 ha causato oltre 31.200 morti o dispersi.
Il contesto internazionale è sempre più caratterizzato da guerre, persecuzioni, violenze, povertà estrema, crisi umanitarie. Tutto ciò non arresta la fuga di chi, per raggiungere un futuro possibile in Europa, continua a rischiare la propria vita, troppo spesso perdendola, in mancanza di vie regolari e sicure. L'attuale impianto delle riforme europee introdotte con il Patto europeo migrazione e asilo, evidenzia l'Organizzazione, non porta particolari soluzioni alle principali problematiche vissute da chi arriva in UE e le condizioni di bambini e adolescenti, e tra loro dei minori stranieri non accompagnati, rimangono precarie e pericolose.
Chiediamo ancora con forza l’apertura di canali regolari che garantiscano il rispetto dei diritti umani e l’attivazione di un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare le persone in pericolo.
Per approfondire, leggi il comunicato stampa.