L'arrivo in Italia via mare: l'immigrazione dalla Libia
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La Libia è un paese di transito o destinazione per molti migranti provenienti da diverse aree geografiche. L'instabilità del paese rende l'immigrazione dalla Libia verso l'Europa molto frequente. Gli immigrati Eritrei che arrivano in Italia via mare partono infatti dal paese nordafricano, dove spesso passano mesi rinchiusi in centri di detenzione subendo violenze, maltrattamenti e, in alcuni casi, come da loro raccontato, torture. Arrivano in Libia dopo aver attraversato il Sudan, da soli o ceduti dai trafficanti sudanesi a quelli libici. Trascorrono mesi in centri di detenzione e, secondo quello che ci hanno raccontato, sono liberati solo a fronte di pagamento o lavorando in condizioni di sfruttamento. Quando riescono a fuggire da queste situazioni resta da affrontare il mare per arrivare in Europa, rischiando, ancora una volta la propria vita. In altri casi vengono detenuti dai trafficanti in luoghi isolati, stipati per mesi, prima di intraprendere un viaggio verso l’Italia organizzato dai trafficanti stessi con imbarcazioni fatiscenti. Questo avviene perché la legge libica prevede che i cittadini stranieri entrati nel paese irregolarmente possono essere detenuti a tempo indeterminato in attesa dell'espulsione. Anche le persone che necessitano di protezione internazionale devono affrontare il rischio di detenzione arbitraria e indefinita, tortura e altri maltrattamenti.
La Libia non ha ratificato infatti il principale strumento di protezione dei rifugiati, la Convenzione di Ginevra del 1951 e il suo Protocollo (1969). Nonostante ciò e il fatto che il rischio di detenzione in Libia sia molto alto, soprattutto per gli immigrati dall’Africa Subsahariana, sono molti i rifugiati e i richiedenti asilo che arrivano nel paese. In attesa della creazione di un sistema nazionale per i richiedenti asilo e la firma di un accordo di intesa fra il governo libico e l’Unhcr, per far fronte a questa drammatica realtà, stanno progressivamente riprendendo le registrazioni dei richiedenti asilo e l’Unhcr monitora la situazione nei luoghi di detenzione. Purtroppo però, alla fine del 2013, sono stati migliaia gli immigrati arrestati a tempo indefinito e rinchiusi in centri di detenzione in condizioni di sovraffollamento e di carenze igieniche. Non avevano alcun mezzo per contestare la legittimità della loro detenzione o il loro trattamento, hanno subito abusi verbali, pestaggi e altri maltrattamenti e, in alcuni casi, sono stati anche torturati. Almeno due cittadini stranieri sono morti in custodia nelle mani delle milizie libiche. Ragazzi Eritrei come Bereket, che arrivano in Italia dalla Libia, si lasciano dunque alle spalle esperienze drammatiche e hanno assoluto bisogno di assistenza e protezione.