La voce dei dialogatori: Save the Children "illumina" la periferia nord di Catania
Oggi vogliamo condividere la testimonianza di una delle nostre dialogatrici di Catania, Giulia, che ha visitato il Punto Luce della sua città.
La Sicilia, isola di confine e oggi più che mai polo geografico cruciale di una crisi sempre più internazionale, vive una fase di precarietà economica allarmante.
Precarietà che coinvolge tutto lo Stivale, ma che qui, alla fine dell’Italia, rimbomba tra i vicoli meno nascosti di un Mezzogiorno sempre più buio.
Sono più di 228mila i bambini che, in Sicilia, trascorrono le loro giornate in povertà assoluta e deprivazioni estreme, materiali e non: bambini che aprono gli occhi in appartamenti umidi e intrisi di muffa e che non hanno mai vissuto la gioia di nuotare tra le acque di spiagge ubicate, spesso e volentieri, ad una manciata di isolati dalle proprie stesse porte di casa; e ancora, piccoli adolescenti che non hanno mai letto un libro, visitato un museo o sperimentato il piacere di giocare spensierati tra i prati.
Di fronte a questa allarmante realtà, Save the Children, la più importante organizzazione internazionale indipendente, che da quasi un secolo opera in difesa dei diritti dell’infanzia, ha deciso di intervenire concretamente per dare anche ai nostri bimbi italiani nuove opportunità educative e spazi di formazione e di crescita individuale.
Nasce così la campagna ‘Illuminiamo il Futuro’, campagna che, l’anno scorso, ha portato la ONG all’apertura di ben 11 Punti Luce in 8 regioni d’Italia. Due i Punti Luce nati nell’isola: uno nel quartiere Zisa di Palermo e l’altro nel rinomato quartiere di San Giovanni Galermo, zona periferica a nord della città di Catania.
Avviato in collaborazione con il CSI-Centro Sportivo Italiano-Catania, il Punto Luce della Sicilia orientale rappresenta un intervento coraggiosissimo per la città ai piedi dell’Etna.
Quartiere degradato e dalla viabilità anarchica, oltre che negativamente riconosciuto per la sua diffusa e radicata criminalità (ricordiamo che qui intere famiglie reggono ancora la propria economia domestica sullo spaccio di droga), il Punto Luce catanese rappresenta un faro per tutta la comunità locale, che qui può trovare un riparo sicuro, stimolante e protetto.
Lo spazio, di circa 200 mq, accoglie bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni, ma si presenta anche come un punto di riferimento capillare per tutte le famiglie degli stessi: dal supporto alla genitorialità, passando per varie consulenze legali e pediatriche, fino ai classici servizi di segretariato sociale o alle più singolari finestre dedicate sia alla promozione di stili di vita sani e sostenibili sia all’educazione ad un uso corretto e responsabile del web.
Nelle tante sale colorate, tutte allestite nel massimo del gusto e della vitalità Ikea (azienda partner di STC e donatrice dello stesso arredamento del Punto Luce) si respira un’aria di gioia e giovane freschezza.
Qui ogni stanza ha un suo colore assegnato, che a sua volta accoglie una specifica attività: dal supporto scolastic, ai laboratori di musica, danza, lingue, teatro, sport e informatica, fino all’invito alla lettura a ai giochi più creativi.
Attento al green, il Punto Luce promuove a tutto tondo il rispetto dell’ambiente, non solo seguendo un’attenta raccolta differenziata, ma anche attraverso percorsi didattici che, seguendo le stagionalità dell’orto, si articolano in una serie di laboratori pratici volti a sensibilizzare i bimbi ai valori del mondo agricolo.
Come gli altri Punti Luce presenti in tutta Italia, anche il Punto Luce di Catania promuove infine la dote educativa: un piano individuale di supporto alle famiglie per fornire beni e servizi educativi a bambini in gravi e certificate condizioni di povertà.
Che sia un corso di nuoto, di chitarra, la partecipazione ad un campo estivo o ad altre attività di carattere educativo, si vuole dare ai bimbi disagiati la possibilità di vivere le loro 'prime volte' , esperienze importanti per il domani. Illuminare il loro futuro significa ritrovarci in una società dove le speranze e le opportunità diventano patrimonio collettivo.
Sei interessato ad essere un dialogatore? Consulta la pagina dedicata per scoprire come fare.