La scuola ideale secondo i bambini europei
Nel nostro rapporto “Sconfiggere la povertà educativa. Fino all’ultimo bambino” emergono dati allarmati sulla situazione economica ed educativa di bambini e ragazzi europei. Per citarne alcuni, più di 26 milioni di bambini sono a rischio povertà o esclusione sociale e 1 adolescente di 15 anni su 5 (il 20%) vive in condizioni di povertà educativa.
Ma qual è il punto di vista dei più piccoli su tutto questo? Per consultarli abbiamo realizzato workshop con 300 bambini con differente background socio-economico in Germania, Islanda, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Romania, Spagna e Svezia. Abbiamo chiesto loro, tra le altre cose, come dovrebbe essere la loro scuola ideale.
Gli insegnanti
I bambini considerano gli insegnanti come degli attori fondamentali nella scuola ideale e li vorrebbero dedicati, competenti, pazienti, ed in grado di supportare gli alunni con esigenze educative speciali. I metodi di insegnamento dovrebbero ispirare gli allievi, e incoraggiare la loro partecipazione ed interesse. Tuttavia, i bambini si lamentano del fatto non ci sono abbastanza insegnanti e che li cambiano spesso.
“Nella scuola ideale gli insegnanti aiutano i bambini” (Bambino, Germania).
I programmi scolastici e le pratiche di insegnamento
La qualità dell’ambiente educativo dipende anche da pratiche di insegnamento inclusive ed appropriate. Secondo i bambini che hanno partecipato ai workshop i programmi scolastici offrono poche informazioni riguardo al mondo in cui vivono. I bambini vogliono essere “più informati” riguardo ai temi globali attuali, come la finanza e l’economia, i media, la sostenibilità e la discriminazione di genere.
Sono anche consapevoli del fatto che vivono in un mondo sempre più connesso, e vorrebbero quindi essere in grado di comunicare in altre lingue. Si lamentano, in generale, del fatto che l’istruzione è troppo concentrata sui risultati degli esami invece che sulla promozione delle capacità e delle conoscenze; questo aspetto è causa di stress e ostacola l’apprendimento.
“Al giorno d’oggi, la scuola riguarda più il superare gli esami che il sapere. Appena hai finito il test, non conta più" (Ragazza, 16 anni, Svezia).
L’equità e l’inclusione
Nella scuola ideale dei bambini, gli insegnanti promuoverebbero un clima positivo: parlerebbero di diversità mettendo in discussione gli stereotipi etnici, sociali e di genere e insegnerebbero agli studenti a rispettarsi a vicenda e a rispettare le diverse tradizioni e convinzioni religiose, indipendentemente dallo status socio-economico dei bambini.
La situazione attuale, invece, vede pregiudizi e disuguaglianze che possono incidere negativamente sui risultati e sul rendimento scolastico.
La partecipazione
I bambini sono consapevoli del proprio ruolo nel processo di apprendimento e capiscono che condividono la responsabilità con insegnanti e genitori di creare un ambiente favorevole all’apprendimento; di conseguenza, vorrebbero partecipare di più ai processi decisionali della loro scuola. Questo aspetto è stato particolarmente enfatizzato da bambini che vivono in aree deprivate dal punto di vista sociale ed economico.
“Se gli studenti fossero maggiormente inclusi nei processi decisionali, si sentirebbero più responsabili.” (Ragazzo, 15 anni, Svezia).
L’accessibilità, le infrastrutture ed i materiali didattici
La scuola ideale dei bambini è accessibile, pulita, funzionante, sicura e “moderna”. Vorrebbero poter andare a scuola a piedi o usufruire di trasporto pubblico gratis; vorrebbero scuole con strutture migliori, pulite con spazi comuni dove socializzare, prendere parte ad attività extracurriculari, come sport e musica, e utilizzare tecnologie dell’informazione e della comunicazione: tutte caratteristiche importanti dell’ambiente scolastico che migliorano le opportunità educative dei bambini.
Infine, la scuola ideale per i bambini dovrebbe fare attenzione ad una sana alimentazione e fornire pasti gratuiti, per colmare i gravi deficit nutrizionali di cui spesso soffrono i bambini che provengono da famiglie più svantaggiate.
“Mi piacerebbe che le aule fossero più belle. Potremmo avere una lavagna digitale, e invece che libri, potremmo portare a scuola un tablet” (Bambina, Spagna).