La lotta alla dispersione scolastica (FOTO)
Negli ultimi anni la lotta alla dispersione scolastica ha ottenuto qualche timido risultato ma sembra procedere con maggior fatica. Nel quinquennio 2002-2007 la percentuale di giovani con un basso livello di istruzione si era ridotta di 4,5 punti in percentuale, quasi un punto all’anno; dal 2007 al 2012 i cosiddetti Early School Leavers fermi alla sola licenza media hanno preso a scendere al ritmo ben più lento dello 0,4%, passando in 5 anni dal 19,7% all’attuale 17,6% per un esercito di 758 mila giovani con bassi titoli di studio e fuori dal circuito formativo. Malgrado i risultati più importanti siano stati conseguiti nel Mezzogiorno (-6,8% in Campania, -5,4% in Puglia e -4% in Calabria), dispersione e bassi livelli di apprendimento continuano a ristagnare proprio nelle regioni economicamente più fragili del Sud – Campania e Calabria. Livelli elevati di abbandono precoce si osservano anche al Nord (in particolare nella Provincia di Bolzano e in Val D’Aosta) e al Centro (in Toscana), ma in queste regioni i livelli di apprendimento sono in media più alti e molti giovani hanno la possibilità di rientrare nel circuito della formazione frequentando corsi o tirocini professionali. I baratri di apprendimento e di riuscita scolastica che dividono Nord e Sud del paese costituiscono da anni l’indizio geografico più eclatante della correlazione tra fattori di rischio socio-economici/culturali – in media più radicati nelle regioni meridionali - e fallimento formativo. La differenza rispetto al passato è che oggi l’elemento di discriminazione fondamentale nel conseguimento del titolo di scuola secondaria superiore non è tanto la differenza nelle iscrizioni, quanto quella relativa agli abbandoni prematuri, i quali si mantengono a livelli molto elevati, pur se in diminuzione nel corso del tempo. Dai dati emerge che i figli degli operai nati negli anni ’70 che hanno abbandonato la scuola superiore sono ancora il 37 per cento del totale dei giovani di quella generazione, contro l’8,7 per cento dei figli della classe sociale più alta.
La dispersione scolastica è dunque una disfunzione del sistema di istruzione e formazione, ma è anche un concetto che richiama questioni relative alle pari opportunità, all’accessibilità, ai vissuti familiari e sociali.
Per questa ragione, l’aspetto che ha sempre caratterizzato gli interventi di Save the Children contro la dispersione nel corso degli anni, è la partecipazione dei ragazzi e delle ragazze. Attraverso il loro coinvolgimento diretto nell’individuazione dei problemi che allontanano i ragazzi dalla scuola, e nel suggerimento delle possibili soluzione si vuole contrastare il senso di apatia e di lontananza espresso dai ragazzi a rischio di dispersione nei confronti della scuola.
Questo è l'approccio principale di Fuori Classe, un progetto di contrasto alla dispersione scolastica caratterizzato da una metodologia integrata che prevede il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti dal fenomeno (studenti, docenti e famiglie) e che prevede interventi sia in orario scolastico che extrascolastico, impiegando metodologie centrate sulla partecipazione attiva dei ragazzi. Il progetto è attivo nelle città di Napoli, Crotone, Scalea, Bari e Milano, di seguito alcune foto scattate durante le attività con i ragazzi. [cycloneslider id="lotta-alla-dispersione-scolastica"]