Giornata delle donne e delle ragazze nella scienza: abbattiamo i pregiudizi

Paul Wu / DEC
Nel 2023, in Italia la percentuale di donne tra i 25 e i 34 anni con una laurea Stem (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) è stata meno della metà di quella riscontrata tra gli uomini.
Alla vigilia della Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, che si celebra l’11 febbraio, sottolineiamo l’importanza di investire nella promozione dell’accesso per bambine e ragazze agli studi e alle carriere nel mondo della scienza e delle tecnologie, abbattendo il pesante divario di genere tuttora presente in quest’ambito.
Giornata delle donne e delle ragazze nella scienza
La Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza è stata istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per promuovere un accesso pieno e paritario alla partecipazione alla ricerca scientifica. Ma dalla nostra analisi dei dati emerge il divario di genere è ancora molto presente e si radica fin dai primi anni di scuola, negli stereotipi, ancora oggi diffusi, che vorrebbero le ragazze poco portate verso le materie scientifiche e che bloccano sul nascere i loro talenti.
Solo il 16,8% di ragazze laureate in materie Stem nel 2023 in Italia. Un lungo percorso, per le ragazze, costellato di ostacoli e stereotipi, che si riflette anche nel mondo del lavoro, al punto che, tra i laureati nelle aree Stem di 25-64 anni, lo svantaggio delle donne rispetto agli uomini nei ritorni occupazionali è molto ampio e raggiunge il suo massimo: nell’area scienze e matematica il tasso di occupazione femminile è inferiore a quello maschile di 6,3 punti percentuali rispetto a quella maschile (rispettivamente 80,1% e 86,4%) e raggiunge i 9,3 punti se si considera l’area informatica, ingegneria e architettura (81,8% contro 91,1%).
Abbattiamo gli stereotipi
Le disuguaglianze di genere e gli stereotipi nelle discipline scientifiche devono essere combattuti sia nell’orientare ai diversi indirizzi di studio che nel mercato del lavoro.
Oggi, in Italia, già dopo i primi due anni di scuola, le bambine ottengono risultati in matematica mediamente inferiori di 9 punti rispetto ai coetanei maschi: uno svantaggio che sale a 11 punti alla fine della scuola primaria e, anche se più contenuto, persiste fino alla scuola secondaria di secondo grado dove il divario di punteggio nelle prove Invalsi è di 7 punti (sale a 10 punti negli istituti tecnici). Per quanto riguarda, invece, le competenze digitali, le studentesse di 13-14 anni mostrano un vantaggio di 18 punti rispetto agli studenti.
È fondamentale agire fin da subito, nei primi cicli di istruzione, per colmare il divario di competenze e promuovere la diversità e l’inclusione nelle materie Stem.
Per approfondire, leggi il comunicato stampa.